L’intervista rilasciata dall’ad della Juventus Giuseppe Marotta durante la trasmissione targata SkySport “L’Originale” ha rilasciato tanti spunti interessanti, non solo in chiave mercato. L’ex dirigente della Sampdoria, infatti, si è espresso in questi termini su Andrea Agnelli, presidente della società bianconera: “Andrea Agnelli riconosce l’autonomia gestionale dei suoi collaboratori e riconosce il concetto della delega.”. Parole che risuonano chiare con questa ben precisa eco: la Juventus, anche in questo, è un passo avanti.
Normale tracciare un parallelo con quella che, per forza di cose, è la squadra più in vista dell’intero campionato italiano. Prima in classifica, con un gran bel gioco e con velleità di crescita. Ma con tanti passi da fare sul piano della propria immagine e dell’organizzazione interna.
Il concetto di delega, però, è sconosciuto nell’ambiente partenopeo: pertanto, questa è una delle principali differenze tra Juventus e Napoli. È tutto nelle mani dell’esuberante imprenditore Aurelio De Laurentiis e tutti si settano sulla figura del pirotecnico presidente.
E, da buon fiume in piena qual è, è difficile fermarlo: anzi, viene praticamente sempre assecondato. Di conseguenza, la fotografia che il Napoli spedisce nel mondo non è delle più nitide e ordinate.
Basti pensare a due modi sbagliati di affrontare un post-partita: Real Madrid – Napoli 3 -1 e Juventus – Napoli della scorsa Coppa Italia, terminata con lo stesso punteggio.
Dichiarazione a caldo (un’uscita delle sue) di De Laurentiis dopo la sconfitta di Champions: non lo sa praticamente nessuno. L’ufficio stampa non informa Sarri che, in conferenza, è – giustamente – spaesato. Situazione affrontata malissimo.
Situazione 2: il Napoli si sente “derubato” dopo la semifinale d’andata contro la Juventus e rompe il silenzio stampa mandando ai microfoni Rai nientepopodimeno che Giuntoli. E il contenuto della sua intervista lo ricorderete tutti: se possibile, peggio di prima.
Poca organizzazione, tanto pressappochismo. Alla Juventus, invece, Agnelli è un grande supervisore che non incide quasi mai in modo diretto. Traccia la linea guida, ma lascia spazio all’autonomia: il mercato è di Marotta e Paratici, per prendere un esempio il più vicino possibile, e loro lo conducono (alla grande). A riprova di ciò, proprio Beppe Marotta ha appena blindato Fabio Paratici: quest’ultimo era entrato prepotentemente nel mirino del Tottenham.
This post was last modified on 18 Gennaio 2018 - 19:05