Lunga intervista di Pavel Nedved ai microfoni del portale ceco lidové noviny.cz. L’attuale dirigente bianconero ha affrontato vari argomenti: la sua carriera alla Juve, l’addio al calcio di Buffon e tanto altro. Ecco le parole raccolte e tradotte dalla nostra redazione:
Sulla mancata qualificazione dell’Italia al mondiale: “È un duro colpo. L’Italia è un paese che ha sempre avuto e sempre avrà calciatori di talento, ma se il paese non crea un sistema efficiente continuerà a soffrire. Il calcio è di gran lunga lo sport più popolare in Italia e il calcio italiano non ha un presidente della FIGC, degli stadi di proprietà, le squadre B. Finora, stiamo cercando un uomo che inizi una nuova era per il calcio italiano. Potrebbe essere Damiano Tommasi”.
Sulla nostalgia per i campi da calcio: “Ho così tanto lavoro da dirigente che non so da dove iniziare. Anche se devo ammettere che mi dispiace che la mia carriera sia finita così velocemente”.
Sui suoi eredi: “Non bisogna guardare molto lontano. Nell’Udinese ci sono Barák e Jankto che stanno andando alla grande. Certo, lì non c’è la pressione che c’è in un grande club, ma mi congratulo per le loro prestazioni. Il mio affetto nei confronti dei calciatori cechi è comprensibile e mi fa piacere quando qualcuno alla Juve dice ‘Questo Barák è un ragazzo solido’. L’idea di portare un giocatore ceco nella Juve è sempre in me. Non sto suggerendo nulla ma è chiaro che sia Jankto che Barak possono giocare in Serie A a un livello più alto. Jankto è veloce, diretto, affamato di vittorie. Di Barak mi colpisce la struttura fisica e l’umiltà. È un giocatore che attacca, difende e percorre molti km a partita. Comunque non lo paragonerei a me stesso, non siamo uguali..”
Sul campionato: “Siamo solo un punto indietro ma devo ammettere che il Napoli sta facendo un campionato straordinario. Sono ben organizzati, hanno alcuni grandi calciatori e hanno grande fame perché non vincono uno scudetto dai tempi di Maradona. Vincere lo scudetto per noi sarà difficile, ma la mia priorità è trionfare in tutte e tre le competizioni. Non abbasso mai le ambizioni e apprezzo il modo con cui i ragazzi si approcciano alle partite. Alcuni possono vincere il settimo scudetto consecutivo, il che è davvero notevole quando ti accorgi che finita la stagione tutto si azzera e ricomincia da capo”.
Sul ritiro di Buffon: “Non ha annunciato che si ritirerà a fine stagione. Lo deciderà con il presidente Agnelli. Le prestazioni di Gigi sono comunque sempre grandiose e siamo felici di averlo tra noi”.
Sul pallone d’oro a Gigi: “Fosse per me glielo assegnerei, è un calciatore davvero speciale. Purtroppo non puoi rallentare l’età e Gigi probabilmente non avrà il suo trofeo…”.
Ancora sul suo addio al calcio: “Ho dato tutto al calcio. Anche se mi diverto quando indosso gli scarpini e vado a giocare con gli amici, non mi manca molto. Quando ho detto che nel 2009 sarei andato in pensione non è stata una scelta difficile, ma quasi irreversibile.
Sulle offerte ricevute dopo la Juve: “Non volevo giocare per un club più piccolo. Avrei potuto, c’erano parecchie offerte dalla MLS. Ma volevo ritirarmi ancora da protagonista e non sparire lentamente. E spero di esserci riuscito”.
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