Momento più che delicato in casa Milan e non solo sul campo. Dopo una campagna acquisti faraonica con risultati che stentano ad arrivare, adesso la Procura di Milano ha deciso di indagare sull’acquisizione del club da parte dei cinesi. Questa l’indiscrezione riportata quest’oggi dal quotidiano La Stampa. Dubbi che sono iniziati già questa estate e che potrebbero trovare pericolose conferme per la società rossonera.
Una cessione a prezzi gonfiati, un investimento fuori mercato pagato attraverso canali internazionali. Tra le varie piste spunta quella che riguarderebbe in prima persona Silvio Berlusconi sul quale grave l’ipotesi di riciclaggio. Un iter quello che ha portato alla cessione del Milan che è durato un’estate intera e che si è concluso con l’intervento in prima persona di Ghedini, l’avvocato dell’ex Presidente del Consiglio. Alla base delle nuove indagini dei documenti che dimostrerebbero come la provenienza dei fondi non sia proprio così lecita.
Che il brand del Milan sia riconosciuto in tutto il mondo è innegabile. Che una società però paghi 740 milioni in due tranches ricoprendo anche i debiti della società meneghina dopo anni deludenti ha fatto sorgere più di qualche dubbio. In più dopo pochi mesi l’attuale azionista Yonghong Li viene fatto a pezzi dal New York Times: “sconosciuto sia in Italia che in Cina, non risulta nemmeno tra gli uomini cinesi più importanti e ricchi”.
All’Ansa, però, nel corso della giornata è arrivata una ‘lieve’ smentita da parte del procuratore capo della Repubblica di Milano, Francesco Greco: “Allo stato non esistono procedimenti penali sulla compravendita dell’ A.C. Milan. Al momento non esiste nessun fascicolo”.
This post was last modified on 13 Gennaio 2018 - 17:17