E quindi ti sei innamorato. Nonostante stavolta avessi giurato a te stesso che no, non ci sarebbe stata altra occasione. Che in un calcio di mercenari e pochi sbocchi romantici, tu e proprio tu l’avresti fatta franca. Che non ci sarebbe stato più qualcuno davvero degno dei tuoi pensieri, dei tuoi minuti, dei tuoi sentimenti più sinceri.
Perché alla fine è un attimo: anni di passione si sbriciolano in un istante, il tempo di un fax dall’Inghilterra col centone sul piatto e… la fase di rifiuto, quella della rabbia, poi la convinzione e quindi l’accettazione. Infine, il ritorno alla vita (calcistica) come la intendevi prima. Un circolo vizioso che ti riporta sempre alla stessa domanda d’avvio: ma dai, a chi conviene una roba così?
Conviene a chi crede ancora, e tu di fede ne hai scorte per i prossimi trent’anni. Tant’è: con Fede, appunto, s’è chiuso un altro cerchio. Che speri possa farti meno male, ma non per questo prenderai cautele o rimedi nel futuro che stai già progettando assieme.
Ecco, non esistono parole carine per dirtelo: ti sei fregato da solo, amico mio. Tu e il tuo debole per i benedetti mancini.
ATTI(MI) DI FEDE
Poi sia chiaro: è un concorso di colpe. Perché la seduzione è stata subdola e t’ha spogliato pian piano di tutte le precauzioni. Allegri s’è vestito da Cupido e l’ha lasciato fare, crescere, divertirsi. Quindi incidere, pian piano e senza pressioni: quasi lasciandoti partecipare a un processo simile tra tutti, sempre unico nel suo genere. Bernardeschi, caro amico, l’hai scoperto in atti e attimi, come un meraviglioso spettacolo che ha bisogno di un binge watching aggressivo per capirne gli effetti speciali, la poesia della fotografia, la concretezza del suo sinistro. E l’intelligenza nel momento in cui tutti attaccano il protagonista: lì sì, lì davvero hai lasciato partire il cuore, donandolo a lui ancor prima che te ne accorgessi.
Il resto è un meraviglioso divenire di facce buffe, un po’ d’imbarazzo e tanta voglia di rivedersi. Cioè, di rivederlo. E s’intende in campo, quanto prima e come prima: magari ancora decisivo nel suo funambolico giocare, parte viva di questo mondo che è così pesante da lasciarlo in disparte in una notte in cui avrebbe meritato elogi e sorrisi sinceri da parte di tutti. Che invece estrapola una mezza disattenzione da giovane innamorato, folle e per questo genuina. Fallosa, probabilmente. Perdonabile, sicuramente.
IL DOMANI È GIÀ QUI
Poi i numeri son quelli che sono. Sono tutti belli. A partire dai tre gol nelle quattro da titolare disputate finora, nei movimenti da seconda punta pura che tastano il terreno per un domani più sicuro. Insomma, l’hai capito pure tu, tu che con l’amore non ti vuoi rassegnare. Nonostante le botte e la fatica, nonostante i momenti duri e la fragilità di certi attimi felici. L’hai capito anche tu che il futuro si è già fatto presente e che probabilmente, in questo domani che troppo poco si fa attendere, un po’ di lacrime dovrai pur versarle.
Ogni volta sembri cascare dal pero. Ma in fondo, suvvia, che t’aspettavi? Funziona sempre così. Il tempo d’innamorarti equivale esattamente allo stesso tempo in cui ti convinci che domani dovrà necessariamente essere diverso da ieri. Non migliore, eh. Solo diverso. Questione di Fede. E di occhi sgranati mentre lo vedi inventare il tuo prossimo brivido.
Sei proprio un fesso, ci sei ricascato davvero.
Cristiano Corbo
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