Vincere per continuare a vincere: la Coppa Italia aspetta la Juventus

La vittoria genera la vittoria, e l’unico pericolo è avere la pancia piena. Da 6 anni a questa parte, la Juventus fa corsa soltanto con se stessa: come un pugile che si arrabbia persino se un gancio sferrato non è perfetto come aveva provato, nonostante la sua eguale efficacia. A Torino, sponda bianconera, ogni incontro ha la stessa importanza: giocano i migliori in quel preciso momento della stagione, perché non si può lasciare nulla al caso. E Allegri, alla Coppa Italia, ci tiene fin troppo: nonostante ne abbia vinte già 3 consecutive

L’ERRORE DEL NAPOLI

Non è nostro compito valutare nello specifico l’operato e le scelte di altre società. Il Napoli delle coppe, però, è sembrato troppo diverso da quello del campionato per poter essere considerato a mani basse una grandissima squadra. La rosa corta? Probabilmente. Un approccio timido? Ancor di più. Poco l’interesse di tifosi e calciatori nel far bella figura in ogni competizione per cui gli azzurri si erano qualificati. Grandi meriti vanno all’Atalanta di ieri sera, ma la sensazione che sia stata dedicata minore attenzione alla Tim Cup c’è ed è forte.

MA LA JUVENTUS C’È SEMPRE

Lo ha detto Miralem Pjanic a Rivista Undici qualche settimana fa: quando conta, la Juve c’è. E c’è stata in Coppa Italia come in ogni partita di campionato, in Europa (nonostante due finali perse…) come nel belpaese. Questa Juventus non snobba, non prende sotto gamba, non si riposa, non cala di concentrazione: ingredienti troppo importanti per continuare a vincere facendo la voce grossa.

Stasera contro il Torino ci si gioca l’accesso alle semifinali, soltanto dopo verrà il Cagliari. Perché i giocatori ci sono, son tanti e son tutti validi, ma senza la corretta mentalità non si va da nessuna parte. “Le case felici sono costruite con mattoni di pazienza“, diceva Harold E. Kohn. E allora si pensi alle fondamenta di questa Juventus, da dove tutto è cominciato, anche se non si ha nessuna voglia di terminare.

 

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