Ha terminato il 2017 in anticipo, per via di un problema al polpaccio, ma il capitano della Juventus Gigi Buffon vuole farsi trovare pronto, nel corso del 2018, per i suoi ultimi mesi in bianconero e nel mondo del calcio. Il portiere, tuttavia, non ci sarà per la sfida di domani di Coppa Italia contro il Torino. In campo, dunque, ancora una volta Szczesny: che si sta rivelando assolutamente all’altezza della situazione.
Buffon ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi della Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.
PARLA BUFFON
Il sistema Juve mi ha stravolto la vita, cambiato il modo di concepire il lavoro e la strada da fare per raggiungere gli obiettivi. È un modo di pensare da Juve e ritrovarlo a Torino mi ha fatto solo bene. Questo club è diverso dagli altri perchè negli ultimi decenni in Italia e in Europa è sempre stato equilibrato e attento nelle spese, ma ha abbinato virtuosismo economico a risultato sportivo. Stare alla Juve è per pochi, perché è usurante, però ti forgia. Probabilmente da altre parti è anche più divertente, però meno vincente”.
ADDIO AL CALCIO? – “Il presidente con me è straordinario, da 5 anni mi ripete: ‘A un certo punto della stagione, vieni e mi dici se vuoi continuare o no’. E cosi farò anche stavolta. Juve o Nazionale, ci sarò sempre, in qualsiasi veste e con qualsiasi ruolo”.
SU DONNARUMMA – “Non vivo la sua situazione, ma una cosa è certa: se viene alla Juve non sbaglia mai”.
SU BONUCCI – “Se Bonucci si è pentito? Ha valori sani e, messo in un certo contesto, è un punto di forza. Una risorsa incredibile. L’ambiente Juve era perfetto per lui: mi è dispiaciuto sia andato via perché sembrava la scelta di un uomo impulsivo e orgoglioso. Gliel’ho detto: lui mi ha risposto che non è stato impulsivo, ma ha fatto una scelta ponderata. Leo vive di sfide, aveva bisogno di riaccendere il fuoco con una scelta forte e impopolare. Lo rispetto, ma mi è dispiaciuto e credo dispiaccia molto ancora adesso anche a lui”.
OBIETTIVI FUTURI E ALTRI PORTIERI – “Vincere ancora è estremamente complicato: io rischio di arrivare a 2500 giorni di fila in cui mi sveglio pensando “devo vincere”. A livello mentale è usurante. Gli altri portieri? Appena posso, cerco di far giocare gli altri perché mi fa piacere e perché ho sempre creduto nel gruppo. Non è stato facile, nel tempo uno sviluppa una certa sensibilità… A volte convivo con un senso di disagio”.
Luca Piedepalumbo
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