Ormai da tempo la questione per i diritti tv sta quasi ossessionando i piani alti delle istituzioni italiane. Trovare una legge che metta d’accordo tutti è chiaramente impossibile, ma la prima proposta di Luca Lotti, ministro dello Sport, sarebbe stata davvero poco efficace per i top club della Serie A, soprattutto per la Juve, che avrebbe subito delle perdite milionarie considerevoli, intorno ai 40 milioni, rispetto alle altre squadre di medio-bassa classifica.
Andrea Agnelli non avrebbe mai potuto accettare una situazione del genere. Il numero uno bianconero si era infatti mosso per tempo, denunciando il fatto anche nelle varie riunioni e durante il Consiglio di Amministrazione; insomma, ha fatto valere la propria posizione in ogni possibile occasione. Tutto questo unitamente all’idea che sono proprio i grandi club che alzano il livello del campionato italiano, anche nei confronti dei Paesi esteri. E sacrificare dei possibili introiti per agevolare le piccole non sarebbe stata la soluzione migliore (e al tempo stesso non avrebbe livellato i vari club in ambito economico).
Citando il Fatto Quotidiano, ecco il succo della nuova riforma che Lotti ha proposto alla Camera, in attesa che diventi legge a tutti gli effetti: “Il miliardo di euro dei diritti tv continuerà ad essere diviso per il 50% in parti uguali, per il 30% sui risultati e per il 20% sul radicamento sociale. Ma quest’ultima quota sarà calcolata per il numero di spettatori paganti che hanno assistito dal vivo alle gare casalinghe e per lo share televisivo certificato“. Dunque, a fare la differenza a livello numerico e in percentuale deve essere la visibilità, l’audience, che differenzia i grandi club dalle altre squadre.
I dati che Tuttosport mostra in questo senso, danno uno scenario completo alla realtà attuale, in cui la Juve ancora una volta la fa da padrona. E questo non può che essere inevitabile, trattandosi della squadra con più tifosi in Italia. Ecco le percentuali di share: Juve 9,56%; Inter 7,42%; Milan 6,67%; Napoli 6,21%; Roma 5,87%; Lazio 4,21%; Bologna 3,15%.