La Juventus esce vittoriosa dal Dall’Ara con un bagaglio di certezze in crescita. Dall’importanza di Blaise Matuidi, all’impressionante Mattia De Sciglio, passando per le geometrie di Pjanic e la cattiveria di Mario Mandzukic, che non sono certo delle novità. In tutto ciò, c’è qualcosa che fa riflettere: la condizione di Sami Khedira.
Il centrocampista bianconero non è sicuramente nel suo periodo migliore ed è evidente. Il problema, più che mentale, sembra essere fisico. Sami appare spesso stanco e, in alcuni tratti delle partite, fuori gara, fuori giri. La sensazione è quella che non riesca più ad incidere come in passato. La soluzione, però, appare sotto gli occhi di tutti: Khedira ha bisogno di riposo, di panchina, di vivere qualche partita da spettatore. Sembrerebbe tutto in linea, se non fosse che Allegri consideri il tedesco quasi imprescindibile per le geometrie del gioco bianconero. Evidentemente, al momento, la squadra non può fare a meno di lui, anche se problemi di turn over non ci sarebbero….
Seduto in panchina da un bel po’ di gare, ormai, ci sarebbe Claudio Marchisio. Il Principino, dopo il ko della scorsa stagione e il brutto infortunio ad inizio di quella in corsa, sembrava essere tornato. I suoi minuti in campo, però, sono stati sempre centellinati. La riflessione, dunque, sorge spontanea: qual è la sua condizione fisica reale? Tutti si aspettavano di vederlo titolare nella gara contro il Bologna, così non è stato. Con un Sami Khedira così, poi, l’equazione sarebbe presto risolta. Ma il calcio non è mica matematica. Anzi. In questo gioco, di scienza esatta c’è veramente poco. C’è studio tanto, teoria abbastanza, pratica tutta. E Allegri lo sa bene. Per questo, non guarda in faccia a nessuno quando è tempo di 11 iniziale.