Le certezze emerse dalla sfida tra Bologna e Juventus lasciano carica e positività all’ambiente e alla squadra. Il secondo posto in solitaria, la vetta a -1, la Roma a Torino sabato sera sono solamente alcuni dei fili motivazionali della settimana.
Allegri e la Juventus escono dal Dall’Ara con la consapevolezza che la staticità non ha mai portato da nessuna parte. Tutto cambia, si muove perennemente, si evolve. E l’importante è riuscire a capire come rispondere al cambiamento, come reagire e trovare la migliore risposta al tempo e ai suoi dettami.
Quello che serviva era, ancora una volta, una scossa, un cambio di rotta in grado di far tornare entusiasmo e (ri)dare linfa a una squadra che aveva perso brillantezza e carattere. Era una questione di teorie e di moduli. Una questione di soluzioni da trovare e adattare.
Allegri ha trovato la scossa in un 4-3-3 camaleontico con il quale sta schierando la sua Juventus nelle ultime gare. Un 4-3-3 che spesso e volentieri diventa 3-3-4. Gli interpreti cambiano poco e il teorema rimane sempre lo stesso: il terzino che si alza e l’ala che si stringe, si accentra per far perdere agli avversari punti di riferimento. Nella gara di oggi è toccato ad Alex Sandro e Mandzukic e il risultato ha dato ragione alla forza di questo modulo camaleontico. Che sia la chiave per la svolta definitiva della stagione? I presupposti ci sono tutti.
This post was last modified on 17 Dicembre 2017 - 20:17