Da Napoli a Torino, facendo scalo ad Atene. La Juventus ha archiviato il primo vero tour de force della stagione 2017/2018. Il bilancio? Tutt’altro che negativo. Si poteva fare di più, certo. Venir fuori da un trio di impegni di tale portata a ”punteggio pieno” avrebbe lanciato un segnale al campionato ancora più incisivo, ma non si può dire che la squadra di Allegri esca ridimensionata dai tre impegni dell’ultima settimana.
Alla vigilia della sfida con il Napoli lo scetticismo era tanto. Sapere di dover affrontare le prime due forze del campionato – che si sono peraltro avvicendate alla guida della classifica nel corso della settimana – e di dover passare per il crocevia della stagione di Champions, il tutto nell’arco di sette giorni, aveva fatto impallidire in molti. Le prestazioni non erano state incoraggianti e l’approccio vincente e gagliardo delle passate stagioni sembrava lontano dal potersi ripresentare. Ed è proprio questo che rende ancora più positivo (e interessante) il bilancio finale di questo triplice impegno, che racconta quindi di una squadra in grado di potersi giocare le proprio carte fino alla fine della stagione.
Napoli prima, Torino dopo. Nel mezzo Atene. Nel Pireo la Juventus è stata brutta ma efficace, in maniera speculare a quanto già visto gli scorsi anni. Fortuna e cinismo, con la prima a fare da condimento principale. Qualche parata di Szczesny, una traversa dalla propria, un gol per tempo. La qualificazione è raggiunta, con qualche spavento, ma la Juventus è anche questo. Ogni girone porta con sé qualche brivido di troppo. Dopo Napoli e prima di Torino: la gara di Atene si pone in una posizione temporale troppo particolare per essere giudicata con lucidità. L’esborso nervoso e atletico di Napoli e lo sguardo volto alla partita contro l’Inter limitano la Juventus al compitino. Sì perché per ora, per quanto possa dire il mister (”L’importante è qualificarsi in Champions”) l’occhio al campionato lo si butta. Se perdi col Napoli non sei fuori dalla corsa scudetto ma sei un bel pezzo indietro, e se poi c’è anche l’Inter la settimana dopo ci pensi due volte prima di anteporre la Champions – che comunque resta l’obiettivo primario – allo scudetto.
A Napoli la Juventus ha fatto la Juventus: controllo, gol, sofferenza, ripartenze. A Torino la Juventus è stata Juventus, ma paradossalmente meno dell’Inter. Entrambe le partite sono state preparate bene, approcciate con il giusto piglio. Dopo Atene sembrava difficile rivedere una squadra gagliarda, eppure è stato così. La Juve contro l’Inter ha creato ma non ha concretizzato. Ha fatto la gara ma non ha punto. Szczesny spettatore non pagante, Icardi non pervenuto. Un Douglas Costa e un Dybala in meno, un Cuadrado e un Mandzukic in più. Loro due sono stati quelli che hanno generato i maggiori pericoli (la traversa del Croato grida ancora vendetta): siamo sicuri che le scelte di Allegri siano state così sbagliate? Certo, il numero 11 sarebbe potuto entrare verso la fine, ma a quel punto il gioco non sarebbe valso la candela.
Togliere Cuadrado, che aiuta anche in copertura, per buttarsi all’arrembaggio con il Brasiliano, esponendosi troppo, sarebbe stato controproducente. D’altra parte, però, poco comprensibile la scelta di tagliare fuori Marchisio per un Khedira palesemente fuori condizione. Si potrebbe discutere anche del cambio Bentancur-Pjanic, ma a quanto pare il Bosniaco ha sofferto di un risentimento muscolare. Insomma, poco da dire. La difficoltà era quella di riconfermare l’ottima prestazione di Napoli, completamente agli antipodi rispetto al trend di questa prima parte di stagione, per solidità e sicurezza. È mancata la fiammata – quella che all’ombra del Vesuvio è stata di Higuain – , e anche un po’ di fortuna. Ma un’altra verità è senz’altro che la difesa dell’Inter è riuscita a reggere l’urto del miglior attacco del campionato: chapeau per Spalletti che raggiunge il suo obiettivo con il minimo sforzo. La competizione, dunque, è aperta, e se la Juventus sarà definitivamente pronta ad affrontarla ce lo dirà la gara dell’antivigilia di Natale, quella contro la Roma.
Vincenzo Marotta
This post was last modified on 10 Dicembre 2017 - 12:14