In tutti questi anni, se si pensava alla Juventus veniva in mente soprattutto una cosa: quella solidità difensiva mai persa dal primo allenamento di Conte al secondo tempo di Cardiff. Quest’anno, i bianconeri hanno cambiato leggermente registro: più potenza di fuoco in avanti, qualche distrazione in più lì dietro. “Gli attacchi vincono le partite, le difese i campionati“: niente di più vero e la Juventus di questi ultimi 6 anni ne è la prova provata. Ecco perché è lecito che questa Inter, guidata da Spalletti, debba far davvero paura.
PAURA, ANZI RISPETTO
Paura a lungo termine, perché il pericolo “mancato scudetto” a vantaggio dei nerazzurri esiste. Ma soprattutto rispetto, per una squadra rinata dopo stagioni ultranegative (186 punti di distacco dalla Juventus sommando le ultime 6 stagioni) grazie ad una guida finalmente ordinata, competente e di polso.
Non sono stati tanti gli acquisti dell’Inter, ma mirati: Vecino e Borja Valero a dare qualità al centrocampo, Skriniar per puntellare la difesa. E gli altri praticamente c’erano già tutti, a dimostrazione che di materiale buono ce n’era, ma necessitava di un’aggiustata.
10 gol subiti, come Roma e Napoli, ossia 4 in meno della Juventus, che però non subisce gol da ben 4 partite consecutive. Handanovic si sta esaltando, Skriniar ha più volte messo a tacere gli scettici, i terzini hanno sorpreso in positivo (tranne il poco impiegato Dalbert).
Stasera, all’Allianz Stadium, la Juventus dovrà fare i conti con un’altra condizione nuova: ospitare una squadra più brava di lei nell’arte che l’ha sempre contraddistinta.
Che sia anche questo un incentivo per gli attacchi bianconeri?
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