Napoli-Juventus: tutti in piedi per Allegri – Partite come queste le vincono gli allenatori. E Max Allegri, nei suoi anni bianconeri, ha dimostrato a più riprese una caratteristica peculiare rispetto ai suoi predecessori: l’attenzione minuziosa nei confronti della tattica. Il Napoli primo in classifica è stato arginato magistralmente, privato dell’essenza del proprio gioco e reso incapace di pungere, se non per qualche caso sporadico.
A poche ore dall’inizio della gara, la sorpresa di formazione in casa bianconera: fuori Barzagli, dentro Matuidi. Niente più difesa a 3 ma esperimento albero di Natale: 4-3-2-1 con Dybala e Douglas Costa alle spalle del redivivo Higuain. Al fischio d’inizio di Orsato, però, lo spettatore attento nota già un che di inaspettato: sia il brasiliano che il francese giocano, di fatto, da esterni di centrocampo, soprattutto in fase di non possesso.
Volendo tradurre tutto in numeri, dunque, si dovrebbe parlare di 4-4-1-1. Risultato: linee strette, spazi centrali riempiti da sole maglie gialle, giro-palla del Napoli inusualmente fine a se stesso. E dei triangoli tanto cari al gioco di Sarri neanche l’ombra…
Allegri, la partita, l’aveva giocata proprio così nella sua testa: imposizione del proprio gioco nei primi minuti, colpo secco a spezzare le gambe degli avversari e poi una matura gara di contenimento. Sì, anche un po’ da provinciale: perché la Juventus, quando deve fare la provinciale, la sa fare alla grandissima.
E Matuidi è l’uomo-copertina del lavoro di Allegri: l’ex PSG argina le discese di Hysaj e dà una mano ad Asamoah nel contenere Callejon, mai realmente pericoloso. Corre per tre, è sempre un appoggio per i compagni con la palla tra i piedi e, nella ripresa, va anche vicinissimo al gol. Forsennato.
Il brasiliano, al San Paolo, ha disputato la miglior partita da quando è un giocatore della Juventus. Meno dribbling da jogabonito, meno cross degni del suo sinistro, ma una capacità di sacrificio degna del miglior Mandzukic, che da casa avrà applaudito, sollevato. Troppo importanti i suoi rientri sulla destra per dare una mano a De Sciglio, così come eccezionale il lavoro in fase di contropiede: non a caso, l’azione del gol parte proprio da lui.
Semplicemente strepitoso il modo di affrontare una partita del genere da parte dell’allenatore bianconero. In tanti davano la Juventus per sfavorita, ma lui l’ha saputa rimodellare per adattarla alla gara e all’avversario. Asamoah, in questo momento, dà più garanzie di Alex Sandro; Benatia è in un grande momento di forma, giusto premiarlo; lungimiranti i compiti assegnati ai due laterali di centrocampo, vera e propria chiave di volta del match.
Il Napoli cade in casa, la Juventus (a segno per 44 partite consecutive di campionato: è record!) accorcia in classifica: Allegri batte Sarri e, adesso, può pensare alla Champions.
This post was last modified on 3 Dicembre 2017 - 18:33