L’ha fatto ancora. “Ancora, meravigliosamente lui”, urlerebbe colmo di gioia e stupore Massimo Marianella. E Higuain, al San Paolo, non doveva neanche esserci. Ma la forza di volontà può tutto, perché il destino conosce sempre tutto. più di tutti. E quello del Pipita gli diceva soltanto una cosa: scendi in campo e sii assassino. Perché, una volta in più, si è “ripigliato chello che era ‘o suoje”.
Gioca da leader: è questa la prima sensazione che si prova vedendolo in campo in queste settimane. Non poteva e non voleva lasciare la sua banda priva del suo carisma in un match tiratissimo come quello del San Paolo. Che, per anni, è stata la sua casa: lo ha amato, osannato, ringraziato, ma ad oggi riesce a sentire soltanto i fischi. Quei fischi che ha cancellato con il suo gol di destro (il 5° nelle 5 partite disputate contro il Napoli), che ha zittito portandosi la mano – quella sana – all’orecchio, che ha stroncato, assieme ai compagni, al momento dell’abbraccio finale.
Sì, possiamo dirlo: oggi, la Juventus, è in gran parte sulle spalle di Higuain.