È la settimana di Napoli-Juventus, tutto il resto passa inevitabilmente in secondo piano. Come riporta Tuttosport all’interno dell’edizione cartacea odierna, i contorni del duello tra azzurri e bianconeri, evidentemente senza esclusione di colpi, sono molto chiari: il sarrismo contro l’allegrismo, e chissà se qualcuno nell’attesa vorrà ampliare il lessico con altre definizioni legate a Napoli-Juventus.
Ma al di là di questioni e consegne tattiche ai ventidue fortunati pronti a calpestare l’erba del San Paolo da titolari, qui interessa anche la tenzone filosofica: meglio il tiqui-taca degli azzurri, che diverte e produce risultati, oppure la ritrovata solidità dei bianconeri che fanno dell’equilibrio il distinguibile marchio di fabbrica? Meglio il Napoli cinico («e straordinario», direbbe Allegri) capace di vincere anche quando gioca meno bene o la Juve che pure sulle qualità dei singoli basa i propri successi? Il dibattito è aperto da quando Sarri ha riportato i campani lassù, scomodando confronti un po’ così con Sacchi e il sacchismo.
Di sicuro, dopo aver domato il Barcellona i campioni d’Italia sentono che stanno ritrovando il giusto mix fra risultati e affiatamento di gruppo, che poi dipende soprattutto dal fatto che i singoli giocatori siano in una condizione fisica diversa l’uno dall’altro.
Fra tattica e filosofia, ad ogni modo, il feeling è speciale. E l’incrocio fra Napoli e Juventus, scoppiato dalla notte di domenica e che promette scintille nei tre giorni che mancano al partitone, va analizzato sotto questa duplice sfaccettatura. Al match è auspicabile da parte bianconera un’avvio e uno sviluppo belli tosti, con particolare attenzione alla fase difensiva. Una Juve, nel contempo, pronta a scatenare la tecnica, migliorare la qualità nel palleggio, lasciare campo aperto alle invenzioni di chi è pagato per decidere anche questo genere di partite, magari sfruttando una sola occasione.
I precedenti insegneranno qualcosa: nelle ultime quattro sfide al San Paolo, quelle che la Juve ha affrontato con Allegri in panchina, per due volte i campioni d’Italia si sono schierati con il 4-3-1-2, mentre nella scorsa stagione il 4-2-3-1 è risultato intoccabile. Per Max sarebbe la prima volta a Fuorigrotta con la difesa a tre, cambio di modulo indispensabile nel momento in cui centrocampisti e attaccanti non difendono come si deve. E anche se priva di Higuain la Juventus indosserà un altro abito di gala: diverso, ma non è detto che sia meno solido.
Meno Pipita, più Joya nella veste di perforatore? Al trio di centrocampisti azzurri capitanati da Jorginho toccherà il gravoso compito di distrarre Dybala allontanando l’argentino dalla porta. Lì dove oggettivamente il numero 10 juventino fa meno male.
(Fonte: Tuttosport)
This post was last modified on 29 Novembre 2017 - 10:23