Carlo Tavecchio ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza della FIGC. Dopo un lungo braccio di ferro l’ormai ex presidente federale ha mollato e ha lasciato il ”trono” su cui sedeva.
“Il Consiglio federale resta in carica, Tavecchio si occuperà della gestione ordinaria fino a nuove elezioni che dovranno essere indette entro 90 giorni” ha spiegato Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro. “Il commissario non è previsto, ora serve un progetto rivoluzionario e innovativo. Spero che in tempi brevi vi sia la convocazione di un’assemblea come espressione democratica, nella speranza che tutte le espressioni di questo mondo possano esprimere una progettualità innovativa e rivoluzionaria. Non sono sorpreso dalle dimissioni di Tavecchio, ma dispiaciuto per le modalità di gestione, il presidente avrebbe dovuto darci la possibilità di replicare”.
E se Tavecchio getta la colpa della situazione addosso ad un presunto sciacallaggio politico (”Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito di confrontarci sulle ragioni di questo risultato” questa la frase pronunciata in sede di Consiglio prima di rassegnare le dimissioni), Renzo Ulivieri, presidente dell’assoallenatori commenta così la vicenda: “Il Consiglio federale rimane in carica per l’ordinario. Io non le do le dimissioni, altrimenti c’è il pericolo che arrivi davvero Malagò. Quello di oggi è un segnale grosso, un segno di debolezza. Rispetto la decisione di Tavecchio, ha chiesto le dimissioni di tutti come gesto politico. Dobbiamo restare per garantire l’ordinaria amministrazione, altrimenti davvero arriva qualcuno da fuori e sarebbe una iattura…”.
Intanto è stata convocata da parte del presidente Malagò una Giunta CONI per mercoledì. Lo scopo è quello di cercare in qualche modo di trovare una soluzione alla crisi del calcio italiano. All’ordine del giorno niente più di un semplici ”Comunicazioni del presidente”, la qual cosa, nel suo ermetismo, è piuttosto esplicativa della situazione in corso.
This post was last modified on 21 Novembre 2017 - 10:03