PsicoJuve, le reti incassate in trasferta suonano come un campanello d’allarme

Più di un secolo fa un certo signore, chiamato Sigmund Freud, introdusse una facoltà che ribaltò tutte le convinzioni avute in precedenza: l’inconscio. Concetto che, solo una volta appreso, ci rendiamo conto quanto ci accompagni a braccetto nella vita di tutti i giorni. A decenni di distanza è chiaro, ormai: a dominare la realtà esistente non è solo la nostra volontà, ma anche una serie di altri elementi che vanificano tutte le nostre certezze.

In questi anni – nel mondo del calcio, nello specifico – c’è però un club che è riuscito a dominare a suo piacimento la realtà circostante. Parliamo, ovviamente, della Juventus, sei volte di fila campione d’Italia e quasi mai in difficoltà nella conquista dei suoi titoli. Nei quali, a fare la differenza, sono stati i campioni passati da queste parti, sicuramente. Ma a influire nelle vittorie è stata anche un’altra qualità: la solidità mentale. Un’intelligenza tattica fuori dal comune che, accompagnata all’enorme classe dei calciatori in rosa, ha reso la vita facile almeno sul territorio nazionale, reggendo tutte le difficoltà e pressioni mentali, piovute prima sugli uomini di Conte e poi di Allegri.

A partire da questa stagione, però, qualcosa sembra essere sfuggito di mano. Sarà per il fatto che ripetersi è sempre più complicato, quasi un postulato. O forse per il leggero innalzamento dei valori tra le grandi della Serie A. Di sicuro, comunque, la Juventus è venuta meno ad alcune delle caratteristiche che l’avevano resa il gigante impossibile da abbattere per le rivali.

Impossibile non menzionare la difesa, vero punto di forza della Vecchia Signora. Che, con i suoi 14 gol incassati in 13 partite, è ben lontana dagli standard degli anni passati. A preoccupare, in particolare, non è l’eccessivo numero di reti subìte quanto piuttosto l’irregolarità di queste ultime.

Paragoni a confronto. Casuali o meno. In casa: bianconeri bucati 4 volte in 7 partite. Trend invertito in trasferta: sono 10 le marcature avversarie in 6 match, uno in meno rispetto a quelli giocati tra le mure amiche.

Adesso, posto che nel calcio i tifosi sono sempre il dodicesimo uomo in campo, stereotipo tanto abusato quanto vero, per una squadra che punta a vincere l’ennesimo non è accettabile una differenza di rendimento così significativa tra casa e trasferta. Specie se ti chiami Juventus e hai fatto della coerenza tattica uno stile di vita.

Ad Allegri il compito di trovare una risposta e reprimere gli istinti repressi dell’inconscio che, quasi come ci fosse una falla nella nave, stanno venendo fuori tutti in una volta.

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