Moggi: “Calciopoli, un complotto inventato da Galliani contro di me. Mai comprato arbitri e regalato orologi”

L’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, ha parlato in un’intervista al programma “Nemo – Nessuno escluso”, in onda su Rai 2. Al centro del discorso, com’è normale che sia, lo scandalo Calciopoli, che vide coinvolto Moggi nel 2006, dal quale ha sempre professato la sua innocenza e totale estraneità. Queste le sue parole, raccolte dalla nostra redazione:

Sui rapporti tra società e capi ultras: “Pagare è una parola grossa, non li paga nessuno. Però tutte le società di calcio danno dei biglietti ai tifosi, questo è certo”.

Sui biglietti gratis ai politici: “Mi è capitato con Di Pietro, che si professava tifoso della Juventus. Diverse volte è venuto da me – soprattutto con Barcellona e Real in Champions – e prendeva circa 10-15 biglietti, ovviamente gratis. Invece dopo Calciopoli ha detto che non ci conosceva, ma visto la fine che ha fatto è inutile tornare sull’argomento”.

Su Lapo Elkann: “Quando si parla di Lapo Elkann, si parla di un genio”.

Sui presunti raggiri a sua opera: “A dire che condizionavo gli arbitri sono i maligni. Ma al processo di Calciopoli, come si è visto, sono state archiviate tutte le pratiche arbitrali”.

Sulla prescrizione e la radiazione a vita: “Intanto, la prescrizione non è dovuta a me, sia chiaro. Invece la radiazione dipende dal sequestro Paparesta”.

Sulla chiusura nello stanzino a Paparesta: “In quella partita a Reggio Calabria, Paparesta riuscì a farci perdere con il suo arbitraggio. Sono andato negli spogliatoi, abbastanza incazzato, e gli ho detto “saresti da chiudere negli spogliatoi”. Ma un conto è dirlo, un conto è averlo fatto”.

Sull’intero processo Calciopoli: “Ho avuto compassione per quelli che hanno fatto quest’operazione. I fallimenti della Nazionale degli ultimi dimostrano la pochezza di quei dirigenti, che allora mi mandarono via per prendere il mio posto”.

Sui rolex regalati: “Alla Juventus non ha mai dato orologi a nessuno”.

Su Zeman: “Mi sono fatto l’idea che è più bravo come oratore che come allenatore”.

Sull’architetto dello scandalo Calciopoli: “Sì, Calciopoli è uno scandalo partito da Galliani, perché Berlusconi mi voleva al suo posto al Milan”.

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