Italia fuori dal Mondiale: perdite record dal punto di vista economico

La Nazionale di calcio italiana, quasi 60 anni dopo l’ultima volta, non prenderà parte alla più importante ed entusiasmante competizione sportiva: il mondiale. Niente Russia, dunque, per gli azzurri. Niente speranze, nessun sogno condiviso per i tifosi italiani. La tragedia, dal punto di vista sportivo, e sentimentale, è immane. La disfatta è totale. Al contempo è evidente la necessità di un repentino cambiamento. La mancata qualificazione al mondiale del 2018, inoltre, conduce a delle pesanti ripercussioni anche dal punto di vista economico.

Ecco il quadro analizzato da “Il Sole 24 ORE“, secondo cui la perdita, in termini economici, si aggirerebbe attorno ai 100 milioni.

DANNO SPORTIVO ED ECONOMICO

RICAVI DERIVANTI DALLA PARTECIPAZIONE AL MONDIALE 

Per Russia 2018 il totale dei contributi economici ammonterà a 790 milioni di dollari. 400 saranno destinati alle 32 squadre che parteciperanno alla fase finale. Ciascuna delle 32 finaliste riceverà, infatti, una preparation fee di 1,5 milioni di dollari, mentre le 16 eliminate nella fase a gironi intascheranno comunque 8 milioni di dollari ciascuna.

Passare i gironi e avviarsi verso la finale garantirà altri “gettoni” e le due finaliste potrebbero accumulare un tesoro di 38 milioni di dollari per la vincitrice e 28 per la seconda classificata. Dunque 66 milioni in tutto per le due finaliste. Un cammino fino ai quarti di finale può portare a preventivare un incasso “minimo” sui 18 milioni.

SVALUTAZIONE DEL BRAND ITALIA – QUESTIONE SPONSOR 

Un danno importante, dato dalla mancata qualificazione per i mondiali di Russia, riguarda anche il “brand Italia”. Con effetti pesanti sul piano degli incassi da sponsor e tv che valgono attualmente circa 70 milioni. La Federazione ha siglato nel 2014 un contratto quadriennale con Infront per il ruolo di advisor. Il contratto prevede un minimo garantito di 57 milioni per l’intero periodo, dunque di 14,25 milioni annui assicurati a prescindere dai risultati. A questo si aggiungono i 18,7 milioni annui fissi dell’intesa con lo sponsor tecnico Puma siglata fino al 2022.

Puma, oltre al corrispettivo fisso, riconosce delle royalties legate alla partecipazione della Nazionale a eventi speciali come accaduto per l’Europeo in Francia del 2016, quando sono stati venduti oltre un milione di capi d’abbigliamento con il marchio degli Azzurri. Si tratta, ovviamente, di vantaggi economici che la Federazione italiana non percepirà.

QUESTIONE DIRITTI TV

Gli Azzurri garantiscono una media di 12 milioni di spettatori e oltre per le gare di cartello (come i playoff) e comunque uno zoccolo duro di circa 8 milioni. Nei Mondiali 2014 l’audience media è salita addirittura a 17,7 milioni di telespettatori. L’audience cumulata a livello mondiale per la Nazionale nel corso dei Mondiali 2014 ha superato gli 1,2 miliardi di telespettatori, con una visibilità televisiva di quasi 42 ore per gli sponsor Figc.

Gli ultimi Mondiali del 2014 hanno portato nelle casse delle concessionarie di Rai e Sky rispettivamente sui 70 e 40 milioni. A questo punto, dopo il match di ieri, l’assegnazione entrerà nel vivo per un’asta alla quale, oltre alla Rai, si è fatta avanti anche Mediaset. In palio ci sono i diritti audiovisivi delle edizioni 2018 in Russia e del 2022 in Qatar. La procedura è stata aperta a fine agosto dalla Federazione, con Mp&Silva nel ruolo di advisor. L’aggiudicazione è “full rights”: in chiaro e pay. Si vedrà però a quali cifre. Non certo i 180 milioni delle ultime edizioni.

Luca Piedepalumbo

 

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