Alla ricerca del Dybala perduto. Di quello fenomenale di inizio stagione. Di quello che sembra essere scomparso dalla scena. Insomma, tutti si domandano dove sia finita la vera Joya. Quella capace di gol spettacolari, quella infaticabile e geniale. Nessuno, infatti, si sarebbe anche soltanto immaginato un calo del genere. Fisico, sicuramente, ma probabilmente anche psicologico.
Sono in tanti ad esprimere la loro opinione sul “caso-Dybala”, tra questi tanti ex juventini. Ecco le parole di Fabrizio Ravanelli, Massimo Mauro, Paolo Rossi e Moreno Torricelli, raccolte dalla Gazzetta dello Sport.
FABRIZIO RAVANELLI – “Non è facile, alla sua età, giocare nella Juve e farlo quasi da leader. Deve solo stare tranquillo, imparare a farsi scivolare tutto addosso: gli elogi dell’inizio, meritati, quando forniva prestazioni incredibili, e le critiche di adesso, immeritate perché per me non sta attraverso un momento no. È lì che deve alzare il livello perché in una grande squadra quello è il momento più importante. Deve capire che può essere un numero uno, anzi il numero uno quando non ci saranno più Messi e Ronaldo, e per esserlo è necessario gestire i momenti no. Ma lui sembra “strutturato”, un ragazzo con la testa a posto che sa come essere riconoscente alla Juve che ha investito su di lui. Basta giocare sereno…”.
MASSIMO MAURO – “Di certo non può essere allarmante il fatto che non segni al Benevento o allo Sporting: domenica ha avuto occasioni, era lì al momento giusto, e questo è ciò che conta di più per lui e per la squadra. La gamba, forse, non è quella di inizio stagione, ma è un momento di calo fisiologico. Forse dobbiamo smetterla di dargli lo status di leader perché per carattere non lo è. È il migliore o uno dei migliori, ma non ha quel carisma per caricarsi una squadra sulle spalle. Nei match che contano, come ha già dimostrato, Paulo dovrà presto ricordare a tutti che è un leader tecnico”.
PAOLO ROSSI – “Credo sia semplicemente regredita la condizione atletica – racconta Pablito –: momenti-no sono capitati a tutti e il modo per uscirne è la cosa più semplice del gioco del calcio: il gol. La medicina è sempre quella, un po’ come successe a Higuain un mese fa, poi ha segnato e ora è un “uragano”. I due rigori sbagliati? Hanno una forte incidenza sul morale, ma la brillantezza nel fare le sue giocate è un’altra cosa. E ora Paulo si è un po’ opacizzato”.
MORENO TORRICELLI – “Il fatto che prima gli riuscisse tutto faceva sì che lui provasse anche cose impossibili. Che gli venivano. Oggi non succede e la titubanza lo porta a non osare più. Paulo ha un calo fisico, dovrà cercare solo le giocate semplici capaci di riportarlo ai suoi soliti livelli. Solo così ritroverà la scintilla”.
Luca Piedepalumbo