La Joya Paulo Dybala non è più quel calciatore visto all’opera ad inizio stagione. Quello dei dieci gol nelle prime sette giornate. Il calo è evidente, sotto gli occhi di tutti. D’altronde, sarebbe stato impossibile mantenere ritmi così elevati. Ma un Dybala tanto spento e sbiadito, come apparso nelle ultime uscite stagionali, nessuno se lo sarebbe immaginato. In molti, inoltre, hanno provato a spiegarne i motivi, tra questi anche Antonio Di Gennaro, opinionista di Mediaset Premium. Ecco il suo parere sul periodo di appannamento che la Joya sta vivendo, riportato da Tuttosport.
CONDIZIONE ATLETICA NON OTTIMALE – “Di certo per lui non è un momento particolarmente felice, anche perché l’inizio di stagione strepitoso che aveva avuto fa risaltare ancora di più questo momentaneo calo. D’altra parte da un talento vero come lui è normale aspettarsi sempre qualcosa in più. Il problema? Dybala ha perso un po’ di intensità, soprattutto in Champions. All’inizio della stagione riusciva a giocare 80 minuti su 90 ad alta intensità, senza pause e senza avvertire la fatica. Ultimamente l’ho visto più spesso meno mobile e nel calcio di oggi anche un grande campione fa fatica se non è sostenuto da una condizione fisica ottimale: il pressing avversario fa in tempo a stringersi e tutto diventa più difficile (le heatmap Optasics confermano l’impressione). Contro rossoblù e neroverdi Dybala si è mosso in una zona più ampia di campo, al contrario contro Lazio e Benevento ne ha coperta una porzione minore: sintomo di una condizione atletica meno brillante”.
SVOGLIATO… – “Quell’uscita dal campo di Lisbona camminando non mi è piaciuta, sembrava svogliato. Che fosse arrabbiato ci sta, ma l’atteggiamento doveva essere diverso: mi aspettavo che uscisse correndo per guadagnare tempo utile per cercare i tre punti e incitasse Bernardeschi che stava entrando. La sua posizione in campo? È quella ideale – assicura Di Gennaro -, alle spalle di Higuain e libero di svariare e di tornare indietro. Partendo da lontano si sottrae alla marcatura dei difensori e può sorprenderli, inoltre ha più spazio per esprimere il suo talento. Perché parliamo di un vero talento mondiale”.
Luca Piedepalumbo