Ci voleva la Juve stampo 2016 per battere, per la nona volta su dieci, la Milano rossonera. Una Juventus 2016, si, perché negli “starting XI” di ieri sera sono scesi in campo, almeno nel reparto offensivo, i cosiddetti “titolarissimi” che hanno portato la Signora ad un passo dal triplete: Mandzukic, Dybala, Cuadrado e il Pipita Higuain.
Questa vittoria, però, non è frutto del caso o della fortuna. La Juve, infatti, nelle nove vittorie stagionali ha sempre vinto quando, come titolari, sono scese in campo le quattro stelle più collaudate. Nei due passi falsi bianconeri, in attacco si erano alternati uno tra Bernardeschi e Douglas Costa, al posto di Cuadrado, e, addirittura, Khedira al posto di Dybala nel 4-3-3 contro la Lazio.
I numeri dei quattro sono impressionanti: non sono tanto i nove tiri totali, bensì un killer instinct. Quattro tiri nello specchio della porta, due gol.
Stranamente la zona d’azione preferita è stata quella di sinistra, sfruttando gli ottimi blocchi di Mandzukic e i cross, anche se non sempre perfetti, di Asamoah. Il 46% delle azioni offensive si è sviluppato su quella fascia, contrariamente dal solito attaccare sulla corsia di destra con Cuadrado o chi che sia.
L’importanza di quest’Uomo (uomo con la U maiuscola) si dimostra da questa frase detta nell’ultima conferenza stampa del mister Allegri: “È un giocatore con caratteristiche differenti da tutti gli altri, fa salire la squadra, difende bene il possesso, nelle palle inattive diventa pericoloso. Mario poi è uno generoso e trascina gli altri a far delle cose, quando da solo prende e parte”. Mandzukic ha finora vinto 34 duelli aerei, più di qualsiasi altro attaccante della Juventus, ed è il bianconero che più ha tirato nello specchio della porta (60%). Guerriero.
Che dire di questo ragazzo, tra i suoi punti di forza si annoverano: dribbling, tiri dalla distanza, calci di punizione (il miglior marcatore in Europa) oltre ad una fantastica visione di gioco. Un giocatore semplicemente completo, che chiunque allenatore vorrebbe avere nella sua squadra. Paulo ha reagito benissimo alle critiche mosse contro di lui dopo i due rigori falliti contro Atalanta e Lazio, con una fantastica rete contro la Spal e una prestazione di sacrificio, ma anche di tanta fantasia, ieri sera a San Siro. 11 gol in 11 partite, uno ogni 75 minuti, 2 assist e una precisione di passaggi che supera l’85%. Fenomeno.
È l’unico esterno di destra che è riuscito ad entrare perfettamente negli schemi di Allegri, a differenza di Costa e Bernardeschi. Viene molto spesso da tifosi e non, visto come uno sprinter e niente più a causa dei suoi passaggi non sempre perfetti. Non c’è nulla di più sbagliato. Cuadrado sbaglia in media 3,9 passaggi a partita, contro i 31,1 riusciti. Aggiungendosi a questo, Juan ha collezionato 4 assist, uno in meno solo a Pjanic. Eppure il bosniaco ha collezionato 668 minuti di gioco contro i suoi 622. Macchina.
Basterebbe un dato per far capire di chi stiamo parlando, 101 in 156 partite. Numeri incredibili per un incredibile numero 9 che diventa così il secondo giocatore, dopo Ibrahimovic, ad arrivare in tripla cifra in due dei cinque campionati europei nelle ultime venti stagioni. Nonostante una media gol non eccellente, 6 gol in 879 minuti, il Pipita ha trascinato la squadra in diverse occasioni, contro il Milan esempio lampante quando, da solo, ha abbattuto i rossoneri. Un giocatore dai nessun punti deboli completo in tutto e, quando in vena, devastante per tutte le difese. Mostruoso.
Riusciranno le quattro stelle bianconere a continuare quello che avevano lasciato la scorsa stagione? O saranno i nuovi arrivati ad essere i trascinatori di questa Juventus?
This post was last modified on 29 Ottobre 2017 - 09:59