Gonzalo Higuain s’è ripreso la Juve. A modo suo: stop, finta, tiro, gol. Rimescolare a piacere. Tutto sospeso in un attimo felino, durato meno del tempo di realizzare. Troppo poco per Donnarumma, troppo poco per chi se l’è gustato.
La grandezza del 9
101 gol in 156 partite: numeri incredibili. Ma ridurre a freddi numeri la voglia, la classe e l’istinto di uno dei più grandi bomber della storia recente sarebbe un esercizio impavido. Gonzalo Higuain, tanto più ora, sa vivere di sguardi, anima, sudore.
Sa sacrificarsi. Sa correre per il compagno, più del compagno. Sa quando dosare la fame di gloria per distribuirla agli altri. Ma sa pure prendersela di prepotenza, la gloria. Come stasera, in un San Siro che, comunque, in certe serate, più o meno tarde, rimane uno spettacolo.
La partita di Higuain in numeri
Tiri: 2
Tiri in porta: 2
Passaggi: 25 (68% di precisione)
Passaggi chiave: 1
Tocchi: 40
L’ha dominato, il tempio. S’è meritato ogni singola delle luci di uno stadio mitico. Uno di quelli che, certe volte, come questa volta, ha un sapore diverso. Ha il gusto delle sfide epiche, dei campioni passati, presenti e pure futuri.
Mai così, Higuain
Gonzalo Higuain è tornato a fare Higuain, e qualcosa in più, nel momento più difficile. Per lui e, sì, per la Juventus, che anche coi suoi gol sta certificando un cambio di pelle repentino. Sarà anche che un Pipita così, in bianconero (e non), non s’era ancora visto.
È la sintesi di questo Gonzalo, del “nuovo” Gonzalo, Milan-Juve. Le due perle, da manuale, ma anche, e soprattutto, le palle recuperate. Oppure quella data a Cuadrado, quasi come una fotocopia di Lione: finale diverso, stessa sostanza.
Un Higuain che sa coniugare sacrificio e istinto così, con questa efficacia, si prende applausi e traguardi. Li aggredisce, con la rabbia di chi sa che gli appartengono. E la semplicità di chi, in fondo, è nato per quello. Spostandoli sempre più in là, come i campioni veri.