Un passato in bianconero non degno di memoria. Un presente, ancora peggiore: un incubo a occhi aperti. Fabrizio Miccoli, ex attaccante della Juventus nella stagione 2003-2004, fatica a trovare pace anche dopo il movimentato ritiro dal calcio giocato, al quale è stato messo quasi ai margini dopo le infelici parole, per usare un eufemismo, rivolte al defunto giudice Falcone.
Infatti Miccoli, ricordato soprattutto per la sua esperienza da capitano e leader tecnico al Palermo, è stato condannato proprio dal gup del capoluogo siciliano a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata.
I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2010 e il 2011, quando Miccoli avrebbe incaricato il suo amico Mario Lauricella, figlio del presunto mafioso della Kalsa, Antonino, di recupero 12 mila per un suo amico, servizio eseguito parzialmente (solo duemila euro i soldi recuperati) con metodi poco ortodossi. Non mancano comunque le incongruenze, palesate anche dall’avvocato di Miccoli: al processo è stato infatti assolto da ogni accusa l’esecutore, Lauricella, per mancanza di prove, ma non l’ex capitano dei rosanero. Che, almeno per il momento, rischia una condanna non da poco.