La Juventus, alla fine, i 3 punti li ha portati a casa. Dopo un inizio sofferto, dopo un altro episodio a sfavore, la vittoria è arrivata di voglia e di grinta, dopo una prestazione ancora una volta non esaltante. E un po’ di merito, stavolta, va anche ad Allegri e al suo ultimo cambio: fuori uno stremato Sturaro e dentro Douglas Costa per l’assalto finale.
Risultato? Tre secondi dall’ingresso in campo del brasiliano per vedere disegnato sulla testa di Mario Mandzukic un cross da far vedere in tutte le scuole-calcio. A tal proposito, è lecito pensare ad una piccola provocazione: e se fosse proprio questa l’attuale dimensione dell’ex Bayern?
INSERIMENTO LENTO
Già, perché – in questi primi mesi – il numero 11 bianconero non ha messo in mostra tutte le enormi qualità di cui dispone. Si tratta di un adattamento che sta procedendo a passi molto piccoli e di questo Allegri non è preoccupato: sa che Douglas può dare molto di più, ma lo aspetterà fino all’ultimo giorno. Dopo la prima da titolare contro il Chievo, lo stesso tecnico della Juventus parlò di lui come un giocatore non ancora adatto a giocare determinate partite: i clivensi erano chiusi, ordinati, corti e uno con le sue caratteristiche (per intenderci: molto più da difese aperte, come quelle della Bundesliga) era normale faticasse.
Con gli avversari più stanchi, però, le cose cambiano. Costa è veloce come pochi, sa tenere il pallone incollato al sinistro con una facilità impressionante, dunque nei momenti conclusivi di una partita particolarmente tirata sa bene come incidere. Non è sicuramente un caso che i suoi primi minuti italiani furono parecchio positivi: la Juventus era sotto di due gol in Supercoppa e le sue accelerazioni condite da traversoni sempre velenosi furono il più grosso grattacapo per la difesa della Lazio.
COME IL PRIMO CUADRADO
Anche il colombiano – ora titolarissimo nello scacchiere juventino – vedeva poco il campo durante i suoi primi mesi a Vinovo. Allegri lo vedeva come l’ideale dodicesimo uomo, come quel calciatore perfetto per scombussolare i piani degli avversari, grazie a quel simpatico disordine che riusciva a creare con ogni semplice scatto. Col tempo, Juan è diventato imprescindibile, quasi quanto Mandzukic: è anche per questo che due ottimi esterni come Bernardeschi e Douglas Costa stanno vedendo il campo meno di quanto si aspettavano.
Douglas, però, ha dalla sua parte qualità simili a quelle di Cuadrado: è capace come pochi altri di spaccare in due il muro difensivo altrui. Per questa ragione, Allegri ha forse capito com’è più giusto sfruttarlo, almeno per il momento: meno incarichi pesanti, ma più libertà di svolazzare.
Concentrare tutte le forze in un tempo ristretto: il primo passo per non uscire più dai titolarissimi della Juventus.