Ci risiamo. Primi risultati negativi della Juventus ed è subito isterismo di massa nella tifoseria bianconera. Una pandemia da allarmismo dilagante, che va a braccetto con un disfattismo fuori da ogni logica. Non tutto procede alla perfezione per i ragazzi di Allegri, questo è fuori dubbio: due rimonte subite in due partite sono comunque indice di una leggera problematica tattica che andrebbe risolta.
C’è però da dire che siamo all’ottava giornata, troppo presto per dare verdetti o per sentenziare sul rendimento di una squadra piuttosto che di un’altra. La Juventus è in rodaggio, come sempre accade in questo periodo dell’anno. La preparazione per le grandi squadre viene fatta per il lungo periodo, per rendere al meglio nella fase decisiva della stagione. Eppure, nonostante la fisiologica necessità di trovare la condizione migliore, Allegri ha già portato a casa 19 punti, dieci in più rispetto al campionato di due anni fa e tre in meno rispetto a quello dell’anno scorso – in cui, però, alla nona giornata la Juventus incappò già nella seconda sconfitta del suo campionato. Peraltro, nella scorsa stagione i bianconeri faticarono a trovare una dimensione di gioco che ben si adattasse alla sue necessità, mentre quest’anno il gioco sembra migliorato, quello che manca è la tenuta mentale per tutti i novanta minuti.
Il Napoli fa paura e mette pressione, e forse è per questo che molti preferiscono ripararsi dietro i facili allarmismi. Sarri sembra aver plasmato una squadra in grado, finalmente, di poter competere fino all’ultimo per il titolo finale. Gli Azzurri vanno a 100 all’ora: gli scontri importanti, in attesa della gara contro l’Inter, sono stati tutti archiviati con discreta facilità. Addirittura contro Atalanta e Lazio si è potuta apprezzare la nuova capacità dei Partenopei di recuperare in rimonta partite che lo scorso anno si chiudevano con pareggi o pesanti sconfitte. L’esperienza e la calma, però, sono le migliori consigliere, e le otto vittorie di fila di Hamsik e company devono spaventare, ma entro limiti contenuti. La Roma formato 2013/2014, la prima di Garcia, per intenderci, aprì il suo campionato infilando dieci successi di fila.
L’allora tecnico Conte riuscì ad operare un sorpasso straordinario alla tredicesima giornata mantenendo uno score spaventosamente alto (22 V, 2 P, 1 S). Più emblematico il sorpasso della stagione 2015/2016 operato ai danni dello stesso Napoli dopo la vittoria con goal di Zaza, giunta a compimento di una rimonta paranormale. La Juventus sa come rimettere in piedi situazioni disperate, ha abituato tutti nell’ottica di chi non molla fino a quando non si decreta la fine e di chi è in grado di sfruttare qualsiasi minima titubanza per affondare il proprio colpo. Il Napoli attualmente è superiore, per gioco e tenuta psicologica, per obiettivi e spirito di sacrificio, ma sarà pronta al forcing estenuante di metà marzo? Difficile dirlo. L’unica cosa che si sa è che Allegri si farà trovare pronto insieme ai suoi per quel periodo.
I Bianconeri hanno sempre dato prova di riuscire a risolvere le proprie debolezze in itinere, questo è un dato oggettivo. Ma la risoluzione dei problemi passa prima per la presa di coscienza dei propri limiti, e, come detto, i limiti di questa squadra risiedono tutti nell’approccio psicologico. Nelle ultime due gare l’involuzione mentale a gara in corso è stata pressoché imbarazzante e ha concesso alle rivali di poter risalire la china e porre in essere delle rimonte insperate. Il suggerimento, però, è quello di lasciar lavorare il mister in scioltezza, consentendogli di limare tutte le debolezze del caso. Ha sempre smentito tutti gli sciacalli e i tecnici da tastiera pronti ad infamarlo. Lasciargli fare il suo mestiere e, infine, non demonizzare il numero dieci che sta vivendo un periodo poco felice dagli undici metri, questa deve essere la ricetta del successo bianconero.
Le magie, la classe e i 18 punti che ha fatto conquistare la Gioia, al netto dei 5 che ”ha fatto perdere”, non gli valgono insulti e ingiurie. D’altra parte solo chi ha il coraggio di assumersi certe responsabilità può fare la storia, con il rischio, però, di incappare nel fallimento. Più che altro ci sarebbe un dubbio che passa per la mente di molti e che solo Allegri può risolvere. Mai contro di lui, non avrebbe senso d’altronde. Ma – e torniamo sempre allo stesso punto – perché Rugani no? Perché sempre in panchina?
Vincenzo Marotta
This post was last modified on 16 Ottobre 2017 - 14:29