Il campionato è un torneo che si gioca su 38 partite e, pertanto, gli episodi contano molto meno di una competizione come la Champions League. Ma le cosiddette sliding doors, le porte scorrevoli, hanno un ruolo fondamentale anche quando parliamo della Serie A. Prendiamo il famosissimo gol di Zaza come esempio: la Juventus, nel 2015-2016, fece una cavalcata meravigliosa, ma la vittoria del campionato passò irrimediabilmente da quella deviazione di Albiol sul sinistro del lucano. E quest’anno, la Juventus non sta cogliendo gli episodi che dovrebbe.
I 3 PUNTI DI PAULO
“Non aver paura di tirare un calcio di rigore” – diceva De Gregori e, se per questo, Paulo Dybala non ne ha mai avuta. Non aveva ancora sbagliato un calcio di rigore prima di Atalanta-Juve e se ne ritrova a calciare male due di fila. Ci sta, ovviamente, perché i rigori li sbaglia soltanto chi ha il coraggio di tirarli. Ma intanto alla voce punti persi per via di un rigore fallito c’è un “3” che fa riflettere molto. 2 punti contro l’Atalanta e 1 punto in casa con la Lazio che, nell’economia di un campionato, possono pesare tantissimo.
Il credito della Juventus nei confronti di Dybala, però, è ancora alto. Nei suoi primi 3 anni in bianconero, Dybala ha dimostrato di essere un giocatore fondamentale ed ha trascinato la sua squadra sempre e comunque. Non saranno due calci di rigore a determinare il talento di chi ha segnato 54 gol in 105 partite, ha vinto due scudetti da protagonista e solo 6 mesi fa ha estromesso Lionel Messi e il Barcellona dalla Champions League. Se c’è un ragazzo su cui puntare e di cui avere fiducia per sempre, risponde al nome di Paulo Dybala.
GLI ERRORI DEL PIPITA
Arriviamo, forse, alla nota di dolente dell’inizio di campionato bianconero. O meglio, una di esse. Gonzalo Higuain non sta attraversando il miglior momento di forma della sua vita, questo è fuori dubbio. Ma negli anni passati, anche in uno stato di condizione non ottimale, ha sempre trovato il modo di dare contributo. Quest’anno ha disputato una sola prestazione degna di nota, durata per altro poco meno di mezz’ora, contro l’Olympiakos.
La carriera del Pipita è, purtroppo per lui, costellata da treni che si dovevano afferrare al volo ma che lui ha perso, anche in malo modo. Pensiamo soprattutto alle finali con l’Argentina, quella del Campionato del Mondo e le due di Copa America, in cui ha avuto più volte il pallone della vittoria ma l’ha fallito. Oppure all’avventura di Napoli, con il famosissimo rigore contro la Lazio che non diede agli azzurri la possibilità di approdare in Champions League, fino ad arrivare all’avvento in bianconero. L’opportunità di entrare nella leggenda, a Cardiff, quando però, assieme a tutta la squadra, è svanito nel nulla. Come il resto degli undici, ovviamente, ma da lui, forse, ci si aspetterebbe qualcosa di più. Ecco, l’errore clamoroso contro la Lazio, di per sé, non rappresenta qualcosa di incancellabile, come il gol mancato in finale con la Germania, ma è forse la sintesi di una carriera che porta a chiederci: “È Higuain un giocatore da sliding doors?”
È necessario chiarire che Gonzalo è uno straordinario attaccante, dotato di uno stupendo fiuto del gol e di una tecnica magistrale, ma sembra che dia il meglio di sé quando viene trascinato dalla squadra. Quando, invece, è lui che dovrebbe prendere per mano i compagni, si spegne. Una costante mancata presa di posizione, mancata responsabilità, che all’età di 30 anni, ha contraddistinto la sua carriera. È tempo forse di cambiare mentalità, perché un giocatore come lui dovrebbe essere ricordato come uno dei più grandi attaccanti del calcio moderno, e non come un normale centravanti.
RIPARTIRE DA LORO
La Juventus non può fare a meno dell’HD in perfette condizioni. Manca qualcosa alla squadra di Allegri, che deve trovare i rimedi sia per quanto riguarda una condizione psico-fisica pessima sia per quanto riguarda un gioco che latita. Questa Juventus è troppo brutta per essere vera e le giustificazioni non ci sono più: siamo a metà ottobre, non ad inizio agosto. Intanto gli avversari volano, e i bianconeri restano a guardare dal basso, come non capitava da molto tempo.