Una squadra allo sbando, senza la benché minima idea di cosa dover fare in campo. Un discreto primo tempo figlio di una condizione fisica apparentemente buona che ha permesso alla Juve di accorciare spesso sulla linea difensiva della Lazio. Poi il blackout completo.
GLI INGRANAGGI INIZIANO A INCEPPARSI
I bianconeri non hanno un gioco prestabilito come il Napoli. Non lo hanno dai primi anni di Conte in cui i giocatori si trovavano a memoria. Da qualche tempo a questa parte la Juventus vive solamente delle giocate dei singoli e così probabilmente sta bene anche ad Allegri se dopo 3 stagioni non è riuscito ad inculcare una propria idea di calcio. Avere una difesa granitica, una squadra atleticamente preparata e alcuni talenti pronti a risolvere le partite sembravano il rimedio ideale contro ogni male. Quando però alcuni ingranaggi iniziano a incepparsi qualcosa pare non tornare.
DIFESA A PEZZI
La retroguardia pare lontana parente dell’invalicabile muro eretto davanti Buffon. 12 gol subiti in 11 gare non sono accettabili, ma forse potevano essere pronosticati già alla fine del mercato estivo. Il reparto difensivo è peggiorato e non poco negli ultimi mesi e vedere mostri sacri come Barzagli e Lichtsteiner dover ancora a tirare la carretta fa sorgere più di un campanello d’allarme. Che fine ha fatto Rugani? Nessuno lo sa. Se però dopo 2 annate passate più in panchina che in campo, non viene ancora considerato all’altezza dei bianconeri perché non cederlo per comprare un difensore di maggior affidamento? Tutte domande che dovrebbero essere girate a Marotta e Paratici più che ad Allegri. Dei dirigenti così esperti non avranno certo pensato di poter sostituire Bonucci e Dani Alves con Howedes e De Sciglio…
GESTIONI TALENTI
La gestione dei talenti sta inoltre sfuggendo di mano ad Allegri. Higuain non trova continuità di rendimento. Difficile capire se per una condizione fisica non ancora ottimale o per un’attitudine mentale che tende a scoraggiarlo dopo ogni minima azione negativa. Allegri potrebbe aiutarlo a livello psicologo come in precedenza è riuscito a fare Maurizio Sarri. Non dare però anche molte colpe al Pipita non sarebbe corretto. Un attaccante di quasi 30 anni che purtroppo non è ancora riuscito a fare quel salto di qualità per raggiungere i vari Suarez e Lewandosky. Poi troviamo Dybala. Il faro della Juve. L’unico giocatore capace di portare la luce anche nelle partite più complicate. Se La Joya viene considerata al livello dei migliori al mondo perché non trattarlo come quest’ultimi? Messi e Ronaldo fanno pochissimo turnover nonostante abbiano quasi 10 anni in più di Paulo e nonostante giochino anche le gare con le nazionali. In una gara complicata come questa è stata inspiegabile la panchina di Dybala per oltre un’ora di gioco. La Juve senza di lui non può esistere in questo momento. Azzopparsi da soli in questo modo non pare allora una brillante idea.