Domani sera Leonardo Spinazzola rincontrerà il suo passato, che sarebbe potuto essere anche il suo immediato futuro. Atalanta-Juventus, più che di Caldara e di Orsolini, stavolta è davvero la partita di Leo: Tuttosport oggi in edicola ha svelato alcuni retroscena dell’affare che non è più andato in porto quest’estate.
Perché era stato fatto un prestito biennale?
Si tratta di una strategia specifica nel progetto di crescita disegnato per Spinazzola (come per Caldara). Per via delle esperienze passate soltanto in Serie B, la Juve ha ritenuto che due stagioni in A in un contesto ottimale come quello dell’Atalanta fossero propedeutiche alla crescita. Poi, però, l’esterno ha bruciato le tappe.
Quando, in casa Juventus, hanno iniziato a pensare all’ipotesi di un rientro anticipato alla base, per Spinazzola?
A fine luglio, è in quel momento che le strategie bianconere sono cambiate. A giugno c’era stato un primo summit con l’Atalanta per definire le situazioni di Caldara e Spinazzola. Entrambe le parti concordavano sull’opportunità di portare a compimento il biennio di prestito, in quel frangente Marotta e Sartori hanno anche iniziato ad imbastire l’operazione Orsolini. Poi la Juventus ha appunto fatto valutazioni diverse, convinta – anche in virtù della disponibilità del giocatore e dell’operatività del suo agente Davide Lippi – di poter risolvere il discorso fascia destra con Spinazzola. L’Atalanta, invece, è stata irremovibile: “Dobbiamo giocare in campionato, Coppa Italia ed Europa League, non siamo nelle condizioni di rinunciare a Spinazzola”. Tutto questo nonostante Spinazzola abbia più volte esplicitato la voglia di tornare alla Juve.