Arriva Douglas Costa, Cuadrado parte. Arriva anche Bernardeschi, che ci sta a fare Cuadrado? Dai, magari Cuadrado non se ne va più: ma sarà scontento, è sicuro. Come poteva essere scontento uno che ha pianto quando è andato via da Vinovo? Il colombiano è troppo legato emotivamente al mondo bianconero per andar via alla prima difficoltà: da buon lavoratore, si è rimboccato le maniche e si è (ri)conquistato – a poco a poco – il posto da titolare nella Juve di Allegri.
Quanto ha corso stasera Juan Cuadrado? Tanto, troppo. È uscito dopo un’ora, sia perché era stanco e sia perché – tra pochi giorni – dovrà tornare a macinare chilometri sulla fascia.
Belle accelerazioni, spunti vivaci (soltanto una deviazione di Rincon gli ha tolto il gol), un assist per il secondo gol di Pjanic. Qualche imprecisione di troppo, ma Cuadrado è così: prendere o lasciare.
Di questo passo, per Costa e Bernardeschi sarà un’impresa non da poco guadagnarsi il posto da titolare…
L’abbondanza, nel calcio, è sempre un guaio buono per gli allenatori. Meglio avere 20 potenziali titolari che 8 con 3 che ti fanno mettere costantemente le mani nei capelli. Allegri, pertanto, è assolutamente tranquillo: chiunque va in campo gioca bene e, soprattutto, nasce una competizione sana all’interno del gruppo.
Se Dybala è emozione, Cuadrado è spirito di abnegazione: per la sua Juventus, con la sua fede nel Signore che lo accompagna sempre e comunque.
Quando vede il Toro, poi, si scatena ancor di più: due anni fa gol a tempo scaduto, oggi nessuna gioia personale ma una partita dotata di continuità, da giocatore esperto, maturo e padrone del ruolo e della squadra. Proprio come vuole Allegri, proprio come vogliono i tifosi.
Mercoledì, contro l’Olympiacos, il colombiano si ricandida ad una maglia da titolare: come poter pensare, al momento, ad una formazione priva del numero 7? Allegri, al momento, è in una botte di ferro…