Mandzukic è la chiave. Il croato non può mai rimanere fuori

Forse l’avremmo dovuto capire già sabato 19 agosto, alla prima di campionato. All’Allianz Stadium, contro il Cagliari, il primo gol della nuova stagione era stato di Mario Mandzukic. Non Dybala, non Higuain, non i nuovi  acquisti e nemmeno Pjanic o Cuadrado. La partita l’aveva sbloccata proprio il croato. Quasi un segno del destino, per mettere subito le cose in chiaro, per ricominciare proprio da dove aveva finito.

Mario il guerriero

Già perché l’ultimo sussulto della scorsa stagione bianconera era stato proprio il suo. Quella rovesciata spettacolare che aveva stupito, illuso e fatto gioire tutti i tifosi durante la notte di Cardiff. L’unica pennellata bianconera sulla tela “blanca” del Millenium Stadium. Nuovo campionato, nuova stagione ma vecchie abitudini. Mandzukic gioca sempre, è imprescindibile, Allegri non lo toglie mai, e se non c’è lui (vedi Barcellona) la Juve soffre. Da quasi un anno gioca praticamente fuori ruolo, si sacrifica e anche tanto, corre, fa la fascia, ma ha anche qualità, segna e fa segnare i compagni.

Il croato è la chiave tattica della Juve di Allegri

Trentaquattro presenze in campionato lo scorso anno, quattro su quattro in questa stagione, 353′ totali. Non ha la classe di Dybala, ma Mandzukic è comunque fondamentale per il gioco di Allegri. Senza di lui, quel 4-2-3-1 non funziona. Lui rientra sempre, è l’unico i  grado di aiutare Alex Sandro quando la Juve non ha la palla, ed è il primo a ripartire in contropiede quando i difensori bianconeri la recuperano. Inoltre è un’arma tattica non indifferente. Quando la Juve non riesce a costruire da dietro la palla va a Buffon, che alza la testa e rilancia nella zona sinistra del campo. Il finale è già scritto. La palla la prende il croato. La partita di oggi è stata una semplice conferma di tutto questo. Novanta minuti, una grande prestazione e l’assist per il primo gol delle Joya. Mandzukic è troppo importante, e Allegri lo sa.

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