Il man of the match, ancora una volta. Il migliore in campo, il raggio di sole più bello in un mezzogiorno sul prato verde. Incantevole, disarmante, inebriante. Semplicemente: Paulo Dybala. Un talento di quelli che riescono a farti amare il calcio ancora di più. Letteralmente una forza della natura, come un urugano.
52 VOLTE PAULO DYBALA
52 volte il suo nome urlato al cielo, 52 volte in 100 presenze in bianconero. E quell’altalena di emozioni che va ben oltre i 90 minuti. Bello da morire, come quelle folate di vento nei pomeriggi torridi: ti giri col viso per gustartele fino in fondo. In eterno movimento, in eterno cambiamento, Paulo.
Pesante, come quel numero 10 sulle spalle. Il numero di chi, in un modo o nell’altro, ha lasciato il segno o lo lascerà. E determinante, in quelle gare in cui lo è stato, in quelle in cui non ce l’ha fatta e in quelle in cui ce la farà. Paulo Dybala è il risultato di mille forze centrifughe pronte ad azzerarsi nel momento in cui quel piedino fatato duetta con il pallone.
E poi è sorprendente. Perchè non ha schemi, non ha limiti. Riesce ad avere una facilità d’esecuzione a tratti disarmante. Traccia linee immaginarie, poi le cancella tutte e ne ripercorre di nuove. Senza paura, senza un traguardo.
E inebriante, da creare dipendenza. Guardarlo in azione fa bene all’umore. Al di là di tutti i numeri, di tutti gli elogi e di tutte le critiche. Perché ci sta tutto, forse. Perchè tanto, alla fine, quello che conta sono solo ed esclusivamente i fatti. E 52 gol in 100 presenze in bianconero non sono mica la meta. Sono appena l’inizio.