Tutto sommato il calciomercato della Juventus, iniziato leggermente in sordina, è stato gestito in maniera intelligente ed oculata da parte della dirigenza bianconera. Sono arrivati colpi volti ad integrare il reparto mediano – il promettentissimo Bentancur e il taglialegna Matuidi -, è arrivato in extremis Hoewedes a rafforzare una difesa, in questa prima fase, leggermente vacillante, e sono arrivati i rinforzi per il parco attaccanti. Lo scorso anno, complice anche l’infortunio di Pjaca, per poter sfruttare al meglio il 4-2-3-1, Allegri fu costretto a chiedere un eccessivo dispendio di energie ai suoi attaccanti che nel lungo periodo hanno leggermente risentito della fatiche richieste loro.
Andava puntellato il reparto offensivo, ed è stato fatto. Bernardeschi può offrire una valida alternativa come vice Dybala e come esterno destro, ed è soprattutto un investimento per il futuro. Nell’immediato, tuttavia, Douglas Costa risulta essere il colpo più importante messo a segno da Marotta e Paratici, un ulteriore balzo in avanti per dare competitività ad una squadra che nel grande mare delle competizioni europee già ci sguazzava bene. Ed ecco quindi i cinque motivi per cui Douglas Costa è stato l’acquisto giusto:
Stiamo parlando di un classe ’90. I ventisette anni rientrano in quella fascia d’età in cui un giocatore, in particolar modo un attaccante, vive il pieno della sua condizione atletica e mentale, con in più la possibilità di poter pensare di essere decisivo per altri quattro-cinque anni abbondanti. Il numero 11 bianconero ha già vinto tanto, sia in Ucraina che in Germania. Nel suo palmares manca solo un trofeo che accomuna il suo destino a quello della Juventus, e vista proprio la sua giovane età non è da escludere che possa diventare un riferimento importante per i bianconeri anche negli anni a venire.
Qui bisogna fare due tipi di analisi: una meramente estetica e l’altra meramente tecnica. Douglas Costa è bello da vedere, fa divertire. È un fantastico crogiolo di classe e fantasia made in Brasil. I suoi doppi passi, i suoi stop, i suoi cambi di passo sono un eccezionale spettacolo per gli occhi dei tifosi che pagano il biglietto. In un certo senso l’ex Shaktar è una nostalgica rappresentazione del calcio che fa dello spettacolo la sua essenza, una riproduzione del divertimento generato dal vedere un giocatore divertirsi mentre compie i suoi numeri. Sicuramente, però, l’estetica all’interno del rettangolo verde non è tutto, e la Juventus ne è stata spesso una testimonianza concreta. Ed è qui che subentra la forza del numero 11. Il suo gioco non è solamente bello: l’estetica si sposa perfettamente con l’efficacia tattica. I suoi numeri danno imprevedibilità alla manovra offensiva, e può senza dubbio risultare una spina nel fianco per i difensori avversari, sia durante i 90 minuti che a partita in corso.
Intendiamoci: quarantasei milioni tra prestito e riscatto non sono affatto pochi. È una cifra che fino a qualche anno fa, senza le consapevolezze economiche di cui dispone adesso, la Juventus non avrebbe mai potuto spendere. D’altra parte, però, in un mercato dominato dalle stratosferiche cifre imposte dai grandi club e a cui i presidenti/imprenditori si sottomettono, il prezzo pagato per l’ex Gremio è tutt’altro che alto. Il brasiliano ha un curriculum importante e vista la sua capacità di risultare decisivo, sicuramente il mercato avrebbe richiesto qualcosa in più. È innegabile che Marotta abbia portato a casa un gran giocatore quasi a prezzo di saldo.
Il modulo di riferimento di Allegri sarà senza dubbio il 4-2-3-1, alternativa tattica in cui il brasiliano può essere impiegato sia a destra che a sinistra nella linea a supporto di Higuaín. Meno probabile (ma non escludibile a priori) un suo possibile impiego nei cinque centrocampisti nell’ambito del 3-5-2, a causa di un’attitudine difensiva non propriamente eccelsa. Sicuramente, però, può essere un punto di riferimento importante in un possibile 4-3-3 che proprio il tecnico bianconero ha più volte paventato come possibile soluzione da utilizzare nel corso della stagione. Anche in questo caso, a destra o a sinistra non fa differenza. Per poterne sfruttare appieno le qualità, però, il numero 11 andrebbe impiegato sulla destra con licenza di accentrarsi e tirare.
Poco da dire. Il ragazzo ha esperienza nell’ambito della massima competizione continentale. Leader nello Shaktar, decisivo con il Bayern. A suon di assist ha sempre trascinato i suoi nelle fasi calde della Champions League. Conosce la pressione dei grandi incontri e sa gestirla al meglio traendone il massimo vantaggio. Sa qual è l’obiettivo della squadra, che poi è anche il suo. Saprà come fare per aiutare i bianconeri a raggiungerlo.
Vincenzo Marotta
This post was last modified on 1 Settembre 2017 - 12:13