Juventus, eccoti il difensore: alla scoperta di Benedikt Howedes

La difesa, almeno un po’, finora ha ballato. Sarà mica colpa di Bonucci che non c’è più? Oppure della famosa “pancia piena”? O, ancora, di meccanismi diventati ormai “prevedibili” per gli avversari? Senza troppi giri di parole, c’era bisogno di qualcosa di nuovo dopo l’addio di Leo e dopo così tante vittorie: pertanto, il roccioso, duttile ed esperto Benedikt Howedes – tedesco di Renania – può rappresentare il profilo giusto per offrire nuova verve alla fase difensiva dei bianconeri esacampioni d’Italia.

UNA VITA NELLO SCHALKE

Sin dal 2001, la vita di Howedes è stata tinta dell’azzurro dello Schalke o4. Nonostante la tenera età (13 anni), si intravedevano le stimmate di un calciatore che di strada ne avrebbe fatta eccome: dopo essere stato aggregato alle giovanili, infatti, il ragazzo passa in prima squadra, della quale – in breve tempo – diventerà un titolare fisso.

C’è stato un momento in particolare in cui si è avuta la sensazione di essere di fronte ad un difensore di alto livello. E la protagonista è un’italiana, l’Inter di Leonardo. Durante i quarti di finale della Champions League del 2011, i nerazzurri affrontarono la formazione di Gelsenkirchen (venendo travolti a San Siro per 2-5) e, in occasione di quel doppio confronto, Howedes dimostrò di essere un centrale difensivo duro da superare, sicuro nel senso della posizione ed autorevole. Inoltre, si tolse anche lo sfizio di segnare una rete nella gara di ritorno (finita 1-1).

La consacrazione a livello mondiale, però, è arrivata tre anni dopo, quando la sua Germania si è laureata campione del mondo per la quarta volta nella storia. Howedes faceva parte della formazione titolare di quella nazionale tedesca e, contro l’Argentina, colpì un palo di testa, a dimostrazione di quanto sia decisamente portato per il gioco aereo. Ha vestito la maglia della sua nazionale in 43 circostanze, mettendo anche a segno 2 gol.

UN PO’ DI NUMERI

Oltre all’imponente forza fisica e alla notevole esperienza internazionale, Howedes vanta una qualità nel proprio curriculum che è particolarmente apprezzata dalla maggior parte degli allenatori: la duttilità. Infatti, nonostante nasca come centrale di difesa, si disimpegna alla grande anche da terzino destro e, all’occorrenza (ma, ad onor del vero, raramente…) da terzino sinistro (8 gare e 1 gol) e da mediano (soltanto 3 gare in carriera).

Nel suo Schalke ha disputato 335 partite, siglando 23 reti e realizzando 13 assist, di cui 9 da centrale e 4 da terzino destro. Nell’ultima Bundesliga ha giocato 2790 minuti, andando a segno una volta e firmando un assist. Pecca? Le 7 ammonizioni, che in 31 partite non sono tantissime ma non rappresentano neanche un dato estremamente rassicurante.

LE NUOVE MOTIVAZIONI

Lasciare una famiglia come quella dello Schalke non sarà una passeggiata di salute, perché i sentimenti – nella vita del biondo Benedikt – hanno sempre giocato un ruolo fondamentale. Con Domenico Tedesco in panchina, però, l’addio è diventato a poco a poco più di una semplice ipotesi. La Juventus, poi, in 99 casi su 100 non si può rifiutare: è a prescindere una sfida con se stesso, perché la disciplina e la formazione della persona sono tematiche particolarmente care alla società zebrata.

E poi c’è il campionato italiano, celebre nel mondo per la sua propensione alla fase difensiva: Howedes, di sicuro, non vorrà sfigurare. Ora è pronto, più che mai, per una nuova avventura calcistica, lontano dalla Germania e dalla maglia azzurra di Gelsenkirchen: meno colori, ma più vittorie.

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