Il 26 agosto 2017 per i tifosi della Juventus non sarà una data qualsiasi. Non tanto per la rimonta contro il Genoa, comunque grandiosa, oppure per la questione Var. Sì, certo: quello è un errore clamoroso, ma è solo la dimostrazione che neanche questo strumento è infallibile. Per chi cercava cultura sportiva a basso prezzo, si guardi altrove.
No, il 26 agosto 2017 sarà ricordato per l’esordio di Rodrigo Bentancur. Fuori un Pjanić spento – forse con qualche problemino, forse semplicemente troppo stanco – dentro l’uruguayo che viene dalla Bombonera. Che, alla Bombonera, s’è imposto con la classe dei grandi e il ruggito dei grandissimi.
E sì, se ve lo stavate chiedendo, non è da tutti. Ci riesce solo chi ha tanto talento – e Rodrigo ne ha un fiume – quanta personalità. E sì, sbagliare, subire le critiche alla sua età e poi rialzarsi non è da tutti: è per chi sa chi è, da dove viene e dove vuole andare. Per chi sa quanto vale, nonostante tutto: per chi si fa scivolare addosso l’inchiostro bollente e i fischi graffianti.
Bentancur è arrivato nel silenzio, ma siamo sicuri che presto sarà melodia. Quella del suo passo felpato, del suo talento infinito e delle sue geometrie perfette. Sa pure come fare male, come pungere: sfruttando i suoi centimetri, il suo tempismo.
Ma Rodrigo, prima di tutto, è la poesia del filtrante e la prosa del fraseggio. È l’autore ideale di un libro da consumare in 90 intensi minuti: un romanzo fitto ed estasiante, uno di quelli di Gabriel García Marquez. Il suo è realismo magico coniugato ai tempi del calcio: argentino, per ora, ed europeo, in futuro.
Insomma, ci siamo capiti: benvenuto, Rodrigo! Che chi ama il calcio possa innamorarsi pure di te. Della tua classe sublime, dei tuoi movimenti a passo di tango, della tua intelligenza sopraffina.
This post was last modified on 27 Agosto 2017 - 02:17