Terminata la prima giornata, abbiamo già il nome di colui che sarà con ogni probabilità il protagonista di questa nuova Serie A: il VAR.
Il Video Assistant Referee (sigla al maschile proprio per la traduzione dall’inglese), è lo strumento implementato dalla Lega Calcio (oltre alla Bundesliga e alla Primeira Liga portoghese), il quale si va ad aggiungere alla già famigerata Goal Line Technolgy. Tutto questo ad un unico scopo: abbattere il margine di dubbio e coadiuvare gli arbitri in campo durante la direzione del match.
Il funzionamento del VAR è molto semplice: uno o più “arbitri” aggiuntivi, attraverso l’utilizzo di filmati, esaminano le decisioni arbitrali e nelle “game changing situations” possono interferire e far modificare eventuali scelte del direttore di gara e dei suoi assistenti.
Il primo utilizzo del VAR in una competizione ufficiale, risale al 2016 quando durante una partita della USL Pro (la seconda categoria per importanza negli USA): New York Red Bulls II – Orlando City B, dove, proprio grazie alla tecnologia, l’arbitro decise per un’espulsione.
Infatti, queste “game changing situations” (situazioni che cambiano una partita), sono le uniche casistiche in cui il VAR può effettivamente agire:
I Video Assistant Referee sono in costante comunicazione via radio con l’arbitro in campo, i quali durante le già citate situazioni possono:
L’aiuto del VAR non può essere richiesto dalle panchine o dalle due squadre in campo, ma soltanto dallo stesso arbitro o dagli assistenti.
Sicuramente il VAR contribuirà a diminuire sensibilmente gli errori di valutazione degli arbitri, ma non a eliminarli, come le polemiche che di certo non scompariranno, ma per citare il Presidente FIFA Gianni Infantino, grazie al VAR si renderà un po’ di giustizia anche al pubblico.
This post was last modified on 23 Agosto 2017 - 18:34