“Una vita da mediano, a recuperar palloni, nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni”. Se non sapessimo che la canzone è stata scritta nel 1999 potremmo tranquillamente pensare che i primi versi Ligabue, nonostante la fede nerazzurra, li abbia dedicati a Blaise Matuidi. Ok, la parte del “nato senza i piedi buoni” forse è un falso mito. La tecnica in fondo a Matuidi non manca. Certo i piedi non sono quelli di Iniesta o Pjanic, ma il pallone sa gestirlo in maniera egregia, distribuendolo ai compagni attraverso passaggi semplici e precisi. Le doti che l’hanno reso un titolare insostituibile in una delle squadre più forti del mondo però sono ben altre. Forza fisica, intelligenza, corsa, tempi di inserimento e generosità sono solo alcune delle qualità del francese.
Come tanti altri giovani francesi molto promettenti, anche Matuidi si è formato e ha iniziato a giocare nell’Accademia Clairefontaine, una delle scuole calcio migliori del paese. Già da ragazzo però la corsa e lo spirito di sacrificio erano le sue doti principali: “Da piccolo ero attaccante, solo che tornavo troppo, volevo difendere, volevo fare tutto. Anche quando sono arrivato a Clairefontaine giocavo ala sinistra. Ma quando si trattava di coprire per salvare un’azione lo facevo volentieri. Al terzo anno a Clairefontaine il mio allenatore Jean-Claude Lafargue mi ha detto: Blaise, lo vedi come sei fatto, non puoi continuare a fare l’ala. Il tuo gioco ha molto volume, sei un giocatore di squadra. Secondo me il ruolo ideale per te è davanti alla difesa. Credo che potresti fare carriera lì”. A quanto pare Lafargue ci aveva visto benissimo. Da centrocampista centrale infatti Matuidi ha firmato il suo primo contratto da professionista nel 2004 con il Troyes. 48 presenze e 4 gol in tre anni prima di passare al Saint-Etienne. Lì il classe 1987 diventa un titolare inamovibile conquistandosi anche il posto in nazionale (58 presenze e 8 gol con i galletti fino ad oggi).
Dopo quattro ottime stagioni al Saint-Etienne ecco che nel 2011 arriva la grande opportunità. Il nuovo PSG qatariota decide di puntare su di lui per il centrocampo. In realtà a volerlo fortemente è Antoine Kombouaré che però sarebbe stato esonerato a dicembre di quello stesso anno. Matuidi è riuscito comunque a conquistarsi la piena fiducia di Carlo Ancelotti prima e Laurant Blanc poi, diventando insostituibile a centrocampo. Alla fine della prima stagione a Parigi è primo nella classifica dei palloni recuperati. Ancelotti può fare a meno di Thiago Motta e di Verratti, ma lui è sempre in campo. Poi un continuo crescendo, anche in termini realizzativi: “Dico spesso che in campo sono un operaio. È un bel ruolo: senza di noi non ci potrebbero essere gli artisti. E viceversa. In alcuni momenti, con un po’ di fortuna, mi sono trasformato in artista, ma è raro”. Prima di arrivare al PSG il francese aveva segnato solo 7 gol in 223 partite, mentre nelle 295 giocate con la maglia della squadra che tifava da piccolo ne ha segnati 33. Anche nell’ultima stagione con Emery, che in generale non è stata positiva per il PSG, le sue prestazioni e i suoi gol non sono mai mancati.
Non bisogna dimenticarsi inoltre che Matuidi rappresenta un’alternativa tattica molto importante per Allegri che con lui in campo potrebbe spesso passare ad un 4-3-3. Questo si è intravisto anche negli ultimi minuti contro il Cagliari, alla prima di campionato, va detto però che la partita era già in ghiaccio e le posizioni in campo erano abbastanza sperimentali (sarà difficile rivedere un 4-3-2-1 con Khedira e Douglas Costa a sostegno di Dybala prima punta). Se infatti il francese in nazionale ha sempre giocato in un centrocampo a 2, e l’ha fatto egregiamente anche nell’ultimo spezzone di partita a Genova, in coppia con Bentancur, è in quello a 3 che può mettere meglio in risalto le sue doti. La capacità di coprire grosse porzioni di campo, la corsa e gli inserimenti l’hanno reso uno dei centrocampisti migliori d’Europa. Votato miglior giocatore francese nel 2015 (davanti a Pogba e Griezmann per dirne due) Blaise Matuidi potrebbe essere l’arma in più in mezzo al campo per la nuova Juve di Allegri.
di Andrea Carbonari
This post was last modified on 2 Settembre 2017 - 14:32