Ripartire dopo la batosta psicologica del trasferimento di Bonucci deve essere l’imperativo. Chiellini ha già dimostrato di pensare alla squadra prima ancora che ai convenevoli, attraverso il proprio profilo Twitter. La società – che a mio giudizio ha ceduto il difensore viterbese a seguito di un’attenta analisi costi-benefici, in linea con il dettame ”nessuno contro voglia” – si sta mobilitando per riportare Caldara alla casa madre anzitempo e da alcuni arriva il suggerimento di puntare sull’erede per antonomasia dell’ex numero 19 bianconero: Daniele Rugani.
CHE EREDITÀ LASCIA L’ADDIO DI BONUCCI?
Questo tipo di analisi andrebbe fatta a partire da una conoscenza dettagliata delle dinamiche che hanno realmente coinvolto giocatore, allenatore, compagni di squadra e società. Senza dubbio, però, questa cessione attesta un incontro delle volontà delle parti: quella del difensore di abbandonare la nave, ma ancor più quella della società di volersi sbarazzare di un elemento, la cui permanenza era diventata pressoché forzata, che era riuscito a destabilizzare l’ambiente. La Juventus, con l’addio del ”cattedratico della difesa” perde un punto di riferimento, uno di quei pilastri costituiti da Allegri (che per la natura del suo ruolo non può non essere tale), Buffon, Chiellini, Barzagli e Marchisio. Ma se questi ultimi tre possono rappresentare in uno spogliatoio valori importanti quali voglia di combattere, spirito di sacrificio e attaccamento alla maglia, le redini della squadra non possono, in questo momento, non essere affidate al tecnico e al capitano.
ALLEGRI E BUFFON: LEADER MAXIMI
Simboli della disciplina e della professionalità, Allegri e Buffon adesso dovranno essere bravi ad imparare dagli errori precedenti (come evitare quelle scaramucce inutili che, sebbene non ancora ufficializzate, spiegherebbero certamente il perché degli ultimi due addii illustri in casa Juventus) per riuscire a condurre la squadra su quelle vette ancora inesplorate e solamente sfiorate. La società ha voluto riconfermare il tecnico di Livorno, gli ha dato fiducia andando contro qualche giocatore e, mi vien da dire, ha fatto bene. Allegri è il giusto compromesso tra ottima preparazione tecnica e pugno di ferro, poliedricità tattica e rigore ”militare”, tutti ingredienti inseparabili per la ricetta perfetta dell’allenatore vincente. Buffon dovrà coadiuvare il lavoro del mister, farne le veci in campo imponendo la propria immensa presenza su chi ha intenzione di uscire fuori dal coro, dettare lo stile Juventus e farlo rispettare meticolosamente. Puntare su valori forti può essere la chiave del successo e, chissà, magari Bonucci, nonostante tutti gli anni vincenti trascorsi in bianconero e la sua indole da leader non rispettava appieno le caratteristiche della guida sportiva e spirituale della Juventus.