“Ma ripeto e ripeto e ripeto ancora: chi ama non tradisce.”, sentenziava la cantante italiana Mina. In un calcio che – ormai da parecchi anni – ha perso la propria accezione romantica, assistere a rifiuti categorici per puro senso di appartenenza a ben precisi colori è diventata nient’altro che un evento che lascia a bocca aperta. A dimostrazione di quanto poco sentimento sia presente nel mondo di un gioco che, fino a pochi anni fa, era l’emblema della gratificazione e delle piene ideologie di un individuo. Nel corso di questa sessione di calciomercato, però, non sono stati dello stesso avviso Morata e Vidal, i quali hanno risposto gentilmente “no, grazie” alle avances rispettivamente di Napoli e Inter, proprio per devozione alla loro Vecchia Signora.
IL FASCINO DELL’ELEGANZA
Già, loro. Perché la Juventus – nel bene, soprattutto, ma anche nel male – è di tutti. Sembra quasi che l’ingresso nel mondo bianconero attraverso i cancelli di Vinovo sia un positivo rito di iniziazione: le esperienze buone del passato vengono impreziosite, quelle cattive vengono rivedute e corrette, in modo da non sbagliare più. La Juventus mette in dosso ai propri tesserati una veste sì elegante, ma adatta per ogni occasione, in modo da comportarsi adeguatamente in qualsiasi situazione: sono gli altri che devono adattarsi all’inimitabile stile bianconero.
La Signora più amata (e – per dovere di cronaca bisogna dirlo – più odiata) d’Italia è come una grande università della vita che tessera le proprie matricole insegnando loro il mos che da più di un secolo caratterizza l’intera società: puntualità, rispetto, compostezza, disciplina (quasi tedesca), eleganza, intelligenza, innovazione, organizzazione, caparbietà, professionalità. E chi più ne ha più ne metta. Proprio come voleva l’Avvocato Agnelli.
Forse è per questo che chi ne entra non ne esce mai del tutto. Come probabilmente è per questo che sia Morata sia Vidal non hanno smesso di parlare in maniera positiva della loro ex squadra, dall’amore dei tifosi alla qualità degli allenamenti e delle relazioni nello spogliatoio. E, infine, è anche per questo che si dice che tutte le cose finiscono, ma alcune finiscono sempre un po’ più in là.
Una Juventus è per sempre, potremmo affermare senza troppi dubbi.