Lunga intervista di Massimiliano Allegri ai microfoni di Sky Sport durante la trasmissione “mister Condò”. Ecco le sue parole:
ARRIVO ALLA JUVE
“Ero sereno perché credevo che quella squadra avesse tanto da dare, soprattutto in Europa. Conte fece bene ma quello fu merito di tutti a partire dalla società, difficile che un allenatore faccia tutto da solo. I tifosi erano giustamente legati a Conte perché lui aveva dato la possibilità di tornare a vincere ed io avevo fatto un’analisi lucida sulla squadra”.
CESSIONI ECCELLENTI
“Tevez e Pirlo hanno fatto una scelta, Vidal è stata un’occasione di mercato che la Juve con me ha deciso di sfruttare. L’anno dopo è stato diverso. Tutti e tre gli anni sono stati diversi. Il primo anno bisognava solo crescere in Europa senza stravolgere niente”.
DIFFICOLTÀ SECONDO ANNO
“Con dieci giocatori nuovi i senatori non si riconoscevano nello spogliatoio, ci voleva tempo e ripartire in modo diverso. La supercoppa in Cina raschiammo il barile. La cosa migliore che abbiamo fatto fu non guardare la classifica e scalarla piano piano. Abbiamo fatto una cosa incredibile vincendo il campionato.”
GIOIELLI BIANCONERI
“Nelle giocate Dybala dà più nell’occhio, Pogba è straordinario perché ha fisicità e tecnica. Non ho fatto nulla per tentare di trattenere Pogba anche perché quando la società mi ha detto le cifre…”.
LITE CON BONUCCI
”In quel momento particolare era giusto fare così. Ci sono momenti in cui è giusto chiudere un occhio e dei momenti in cui gli occhi vanno tenuti entrambi aperti. Lui aveva sbagliato, avevo sbagliato anche io, infatti mi sono autopunito, ed era giusto che Leo stesse fuori. E’ stata una partita importante e decisiva e se anche avessimo perso dopo avremmo avuto la forza per vincerne altre dieci. Contro il Porto abbiamo giocato bene, poi dopo due giorni Bonucci è rientrato, è importante, straordinario e soprattutto deve capire che sarà il futuro leader dello spogliatoio della Juventus”.
PASSAGGIO AL 4-2-3-1
“Rischiavamo di non vincere lo scudetto ed era già un po’ che lo sentivo. Dopo Firenze rimanemmo a quattro punti, entrare in un vertice negativo era un attimo. Avevamo bisogno di una svolta mentale e spaccare la stagione perché con quel modulo, quegli uomini non potevano dare di più”.
FINALE CARDIFF
“A fine primo tempo avrei dovuto fare 2 o 3 sostituzioni, ma sarebbe stato impossibile. Avevo Pjanic con un ginocchio in disordine, Mandzukic con una caviglia che si stava gonfiando. Li ho mandati comunque in campo e anche per le loro condizioni ho chiesto alla squadra di provare a fare una partita diversa. Negli ultimi 5 minuti del primo tempo loro hanno preso il sopravvento, noi siamo stati fermi e avevamo paura di prendere gol. Nella ripresa, quando hanno visto che eravamo in difficoltà, ci sono saltati addosso. Dopo il pareggio abbiamo continuato a spingere, è una partita che ci servirà da lezione soprattutto nella gestione degli incontri futuri. Dopo un avvio a cento all’ora non potevamo pensare di fare un secondo tempo come il primo, bisogna conoscere meglio i ritmi della gara e i tempi di gioco. L’idea iniziale era di chiudere in vantaggio il primo tempo, oppure ad inizio ripresa, anche qualche minuto dopo”.
BARZAGLI
“Io ero a fine carriera, praticamente un ex giocatore. Lui all’inizio e faceva il mediano. Se avesse continuato così, gli dissi, non sarebbe andato oltre la Lega Pro e se voleva fare un certo tipo di carriera doveva cambiare, doveva arretrare di 15 metri”.