“Non voglio vendetta, pretendo giustizia”. Si affidava a questa speranza, Antonella Leardi. La madre di Ciro Esposito che dopo aver visto perire suo figlio non diffondeva messaggio di odio, ma solo dolore e speranza. Il dolore di una donna che vede suo figlio partire in trasferta per seguire il suo grande amore: il Napoli ma non fare mai più ritorno a casa. La speranza che il volto di Ciro Esposito sia l’immagine del cambiamento, l’ultima vittima di un sistema marcio che proprio non funziona.
E invece no
Se possibile quest’oggi è ancora peggio di quel maledetto 25 giugno 2014. Perché quest’oggi è come se Ciro morisse nuovamente. Il suo giustiziere, il suo assassino perché di assassino si tratta, Daniele De Santis preme il grilletto per la seconda volta. Dalla prima condanna a 26 anni allo sconto fino a 10 anni di pena. Tutto questo è qualcosa di assurdo. Tutto questo dovrebbe far riflettere. Purtroppo però viviamo in un tritacarne: gli eventi si susseguono così velocemente che sembrano passati decenni da quel misfatto. Ma noi non vogliamo dimenticare. Non si può uccidere e scontare appena 16 anni di galera. Non si può arrivare armati ad un evento sportivo e sparare sulla folla. Le responsabilità in quel dannato 3 maggio 2014 sono di più parti: a Tor di Quinto i tifosi partenopei non erano affatto scortati dalle forze dell’ordine. Si sono vissuti momenti terribili, caccia all’uomo, corse disperate per provare a salvarsi pur di evitare una tragedia. Una tragedia che però puntualmente è arrivata. Perché quella notte ci è scappato il morto ma evidentemente neanche di fronte a tutto questo scempio, a tutta questa vergogna si vuole mettere la parola fine.
Ma Ciro vive
Ebbene sì. Perché chi ama il Calcio, chi ama semplicemente lo Sport non potrà mai e poi mai dimenticare tutto questo. Un episodio che tra le altre cose con lo Sport non ha proprio nulla da spartire. Ma Ciro vive e lo fa attraverso gli occhi della madre Antonella Leardi e della sua famiglia che continueranno a combattere per avere giustizia, questa sconosciuta in Italia. Ma Ciro vive e lo si vede passeggiare per Scampia, poi Napoli e provincia: attraverso le mille scritte nei quartieri, le bandiere presenti al San Paolo ed il suo volto oramai icona di quello che potremmo essere ma forse purtroppo non saremo mai. Perché forse la madre aveva visto giusto: Ciro Esposito è l’immagine della speranza!