Quest’oggi, la redazione di SpazioJ.it mette a vostra disposizione un’intervista esclusiva a Giovanni Di Renzo, 23enne giornalista, abruzzese di nascita ma residente a Torino. Poco più di due mesi fa, il giovane scrittore bianconero ha portato a termine un’interessante e dettagliata rassegna di tutti gli stranieri che hanno vestito la maglia della Juve nel corso dei suoi quasi 120 anni di storia. Il libro, pertanto, è intitolato “Gli stranieri che hanno reso grande la Juventus“; l’editore è Urbone Publishing.
“In realtà ci sono stati diversi fattori che hanno influito sulla scelta. Sicuramente il calcio moderno, per come lo vediamo ora, ha influito molto. In Serie A i giocatori italiani sono davvero pochi e lo stesso vale per la Juventus, dove un barlume di speranza di vedere calciatori italiani in campo rimane più che altro per la tradizione che hai citato. Che lo si voglia o no, i calciatori stranieri attualmente sono quelli che fanno vendere le magliette, quelli che fanno notizia quando vengono acquistati e quelli che portano avanti il merchandising. Nella storia della Juventus sicuramente ce ne sono stati meno di tante altre squadre, ma alcuni sono stati davvero fondamentali per le vittorie ottenute e spesso vengono citati poco. Ecco perché riunirli in un libro, completamente dedicato a loro: la conoscenza del passato della Juventus passa anche e inevitabilmente dai calciatori non italiani.”
“Quando a scuola gli studenti vengono costretti a studiare la storia passata, il vero motivo è perché per proiettarsi al futuro servono basi solide e consolidate. Tanti tifosi, ma anche giornalisti, si riempiono la bocca con il famoso “stile Juve” senza realmente capirne appieno il significato. Leggendo la storia di leggende straniere che hanno vestito la maglia della Juventus si può imparare molto riguardo il presente bianconero: capire veramente perché chi ha vestito questi colori non lo dimenticherà mai è il primo passo per unirsi alla grande famiglia juventina.
Ad esempio, Carl Praest, di cui è raccontata la storia nel libro, dopo il ritiro visse in una villa in Danimarca chiamata “Villa Juve” dove ogni domenica si alzava al cielo la bandiera bianconera: per me scoprire e poi raccontare storie di questo genere è stato un orgoglio, una spinta a tifare ancora più intensamente la mia squadra del cuore e credo possa essere così per tutti.”
“Il giocatore a cui sono più affezionato è senza dubbio Pavel Nedved. Sono cresciuto ammirando le sue gesta sul campo, ho sentito un magone allo stomaco proprio come lui quando la squadra fu retrocessa in Serie B e ho sperato con tutto me stesso che rimanesse in bianconero nonostante il “purgatorio”, venendo puntualmente ripagato. Nedved è stato per me un esempio: si allenava più degli altri, correva più degli altri, sudava più degli altri. Sono convinto che nella vita si raccoglie solo ed esclusivamente quello che si semina e vedere un giocatore di Serie A con questi atteggiamenti mi ha fatto comprendere davvero il senso di tante cose.
Ovviamente, andando più in indietro negli anni, se avessi visto dal vivo Renato Cesarini credo che mi sarei innamorato all’istante di un personaggio come lui, con tutte le sue stravaganze, così come per Omar Sivori, che avrei difeso a spada tratta nonostante il suo stile di vita sregolato per quello che ha mostrato con la maglia della Juventus, rivelandosi uno dei giocatori più forti mai visti a Torino. A lui però non avrei mai perdonato il passaggio al Napoli.”
“Sono tre anni che spero di vedere a Torino Youri Tielemans. Ho seguito il campionato belga per CalcioEsteroNews e questo centrocampista mi ha davvero impressionato. Nonostante la giovanissima età ha dimostrato di avere doti da fuoriclasse e lo avrei visto bene con la Juventus. Peccato i bianconeri non lo abbiano mai considerato!
Sempre sul mercato estero credo sarebbe un grande errore puntare sul fenomeno del momento, Mbappé, perché non si può arrivare a certe valutazioni giocando solamente sei mesi di grande calcio. Un difensore centrale che ammiro molto è Aymeric Laporte, anche lui molto giovane, che secondo me sarebbe un buon rimpiazzo nel caso dovesse partire Bonucci (e spero proprio di no!). Tornando al centrocampo, sostituirei volentieri Lemina con Tolisso, sia a livello tecnico che tattico.”
“Sicuramente prima o poi tornerò sui campi di calcio. Quello che ho cercato di fare in passato e che mi piacerebbe tornare a fare è trasmettere qualcosa ai bambini e ai ragazzi che si avvicinano al calcio. Ho visto il mondo calcistico a Torino e mi ha impressionato per la sua “imprenditorialità”, tutti i soldi che girano, e che gli speculatori chiedono alle famiglie, anche intorno a ragazzini di dieci anni.
Forte dell’esperienza fatta, mi piacerebbe allenare di nuovo per cercare, nel mio piccolo, di far tornare l’idea di calcio come svago e divertimento, come io l’ho sempre considerato. Quando ho allenato nella scuola Calcio, il mio obiettivo è sempre stato far divertire i bambini e per questo credo di aver lasciato un buon ricordo. Mi è sempre piaciuto vincere, ma solo quando si giocano competizioni vere!“
“Completezza, dettagli, passione: nel libro ci sono davvero tutti gli stranieri che hanno vestito la maglia della Juventus, anche solo per un minuto. Per ognuno è presentata una scheda molto dettagliata sulle statistiche dell’avventura in bianconero e per quindici icone storiche ho cercato di raccontarne la storia e mettere in risalto quanto la maglia della Juventus abbia cambiato la loro vita. Non si può non averlo!“
This post was last modified on 11 Giugno 2017 - 18:17