La notte di Cardiff lascerà per sempre un velo di malinconia e amarezza. Alla vigilia le aspettative erano altissime. Si credeva nel sogno. Non ci si nascondeva dietro una frivola scaramanzia, una finta modestia. La realtà, poi, è stata brutale. Troppo. Probabilmente, dura da accettare. Il risultato finale ha lasciato un incredibile sensazione di vuoto. Ha fatto piangere, ha deluso e afflitto. Il finale lo si immaginava diverso. Invece, ancora una volta, è stato un incubo.
Un incubo, certo. Per i calciatori in campo, che la Coppa l’hanno vista a distanza di pochi metri e sfiorata con le dita. Per i tifosi, che hanno vissuto l’ennesima delusione europea. Allora, chi meglio di un tifoso, anche se avversario, può comprendere lo stato d’animo derivante da una frustrazione del genere. Ecco la lettera di un “fedelissimo” nerazzurro rivolta ad una tifosa bianconera. Alla ragazza che al minuto ’88 mostrava, sul risultato di 1-3, in lacrime ma con orgoglio smisurato la sciarpa della Juventus.
LA COMMOVENTE LETTERA
Cara tifosa con la sciarpa, anche se (ancora?) non ci conosciamo, vorrei rubarti alcuni minuti. Ti chiedo scusa se lo faccio proprio in queste ore non facili sul piano emotivo per nessuno sportivo, figurarsi poi per una giovane tifosa bianconera. Non oso immaginare quali sarebbero state le mie condizioni vedendo dal vivo un triplete (il secondo in tre anni) sfumare. Sono Interista, ma non scappare, perché non sono qui per sbeffeggiati o trollarti (sei abbastanza giovane per sorridere alla parola). No, sono qui per invitarti, se lo vorrai, a bere un caffè insieme e magari a parlare di tutto, casomai anche di calcio.
Perché ieri sera, quando per alcuni secondi il destino (e un regista) hanno rapito la mia attenzione inquadrandoti a Cardiff, mentre alzavi orgogliosa la tua sciarpa tra una lacrima ed un sorriso, come la vita e lo sport dovrebbero sempre e solo essere, non ho scorto il dramma sportivo di una rivale di bandiera, ma il cipiglio (un insieme di sguardo, lineamenti, linguaggio del corpo) di una persona che… prendo fiato e mi faccio coraggio… sarebbe nel mio immaginario una bella presenza nei capitoli del romanzo della mia vita che il destino deve ancora scrivere.
Forse riderai di me con le amiche, questo posso capirlo ed accettarlo; ma mi preme soprattutto non essere frainteso. Non pretendo tu abbia un ruolo da protagonista in quel romanzo; più semplicemente, vederti per pochi istanti, così fiera e bella, mi ha spinto ad iniziarne un capitolo con queste parole…
e allora spero davvero di sapere presto se e come ti piace il caffè.
Un tifoso Interista