Post Juventus-Real Madrid: la Maledetta colpisce ancora

Eccoci qui per la settima volta. Ogni volta la stessa storia, ogni volta quel sapore amaro. Sono sicuro che tutti voi sappiate percepirlo distintamente in bocca, anche se probabilmente non sapreste definirlo. È lo stesso che ci pervade subito dopo, ed è sempre una pena. Questa volta ci credevamo veramente, sembrava la volta buona: la stagione perfetta, il sesto scudetto di fila, la leggenda. Non poteva non chiudersi con la ciliegina sulla torta della tanto agognata Champions League. E invece, come una sentenza, tutte le nostre certezze si infrangono miseramente contro il muro che appare impietoso materializzarsi e frapporsi dinanzi ai nostri sogni, puntuale, verso gli ultimi rintocchi di ogni finale. Maledetta Champions.

ACCADE L’IMPONDERABILE

E allora tutto inizia a sgretolarsi, tutto assume contorni irreali: la nostra difesa incredibile inizia a mancare, le partite perfette contro il Barcellona svaniscono. E Dybala dov’è? E il nostro Gigi? Il pallone che deviato assume traiettorie inspiegabili, Bonucci che 9 volte su 10 avrebbe anticipato Ronaldo, la squadra che si disunisce e non lotta.

Ma perché?! Non è mai successo, non molliamo mai! E allora pensi che non si può niente contro il destino segnato: quella coppa puttana ti ha fregato ancor . Sì, perché trova sempre un modo – che sia un errore arbitrale o una deviazione decisiva – per fregarti. E noi l’abbiamo fregata solo 2 volte… e con che fatica! Ci abbiamo rimesso 39 dei nostri una volta. Qualcuno dice che sia iniziato tutto da lì. Ma no, lei ci ha sempre provato. Provate a chiedere a qualche tifoso meno giovane chi sia Magath.

IN UN UNIVERSO PARALLELO…

Chissà se in un universo parallelo qualche finale sia andata per il verso giusto: magari da qualche parte il tiro di Ronaldo è stato deviato fuori, il rigore su Pogba è stato fischiato, David ha segnato il rigore decisivo, su Mijatovic si è alzata la bandierina, il gol di Vieri non è stato annullato. Forse in quel mondo ne abbiamo vinte 7.

Già, ma quella non sarebbe la Juve, la nostra Juve, l’unica donna che amiamo dalla nascita e ameremo per sempre, che ci rende orgogliosi dopo le tante vittorie ma anche sofferenti dopo alcune cocenti sconfitte. D’altronde, non esiste amore senza la commistione inscindibile di gioia e sofferenza, e non ci sarebbe Juve senza i tanti scudetti vinti e stravinti senza più contarli e certamente finali perse miseramente.

Ma, ragazzi, noi tutti abbiamo un conto in sospeso, un conto con la maledetta: noi non ci arrendiamo perché non gliela daremo mai vinta. Arriverà quel giorno. Quel giorno in cui ti avremo finalmente tra le mani e non ci sfuggirai più per quanto tu possa ingegnarti ancora una volta per allontanarti da Torino. La strada già la conosciamo e questa volta si ferma ad est, destinazione Kiev.

 

Andrea Rubino

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