Ok, non siamo ipocriti: il cambio tra Lemina e Dybala in finale non ha fatto ribollire di gioia il cuore dei tifosi della Juventus. Il gabonese non ha (e non può avere) l’infinita classe di cui è stato omaggiato Paulo: si tratta di doti di natura, che non devono scalfire quanto di buono c’è in ogni calciatore. E in ogni uomo. C’è una linea sottile, dunque, che divide l’ipocrisia dalla consapevolezza, dall’onestà intellettuale: la panchina bianconera (che non è quella del Real…), a Cardiff, aveva poco meglio da offrire di Mario Lemina. E con ciò non si sta screditando il centrocampista ex Marsiglia.
LE QUALITÀ CI SONO
Lemina è un duttile centrocampista classe 1993, chiamato – con il passaggio al nuovo modulo – ad occupare un ruolo che non è nelle sue corde. Troppo facile giudicarlo se scelto per sostituire gente come Cuadrado o Dybala: sarebbe come valutare il lavoro di un avvocato se messo ad effettuare un trapianto di sangue. Lemina è arrivato per una cifra importante: 9,5 milioni di euro. Ecco, lasciando perdere qualche normale cantonata che ogni squadra può prendere, la Juventus difficilmente spende questi soldi per uno che i fenomeni da tastiera etichettano ingiustamente come “bidone”.
Lemina, da quando è approdato in bianconero, ha lasciato intravedere buone cose: l’anno scorso ha segnato il gol della speranza a Napoli e un gol bellissimo a Bergamo, al rientro dopo un lungo infortunio. Quest’anno ha iniziato da titolare, per via dell’assenza di Marchisio: fino all’espulsione (ingenua) di Lione, il suo rendimento era stato praticamente impeccabile.
Ergo, promuoverlo da titolare inamovibile quando ci sono calciatori del calibro di Pjanic, Marchisio e Khedira è quasi follia, per carità. Ma Lemina è uno che può tranquillamente fare la riserva in questa Juventus: è un buon ricambio per i titolari di centrocampo, perché abbina corsa ad una discreta qualità, sia nel piede che negli inserimenti.
CAMBIO COME… PROVOCAZIONE?
C’è chi ha ipotizzato addirittura una sorta di affronto nella sostituzione operata da Allegri ad un quarto d’ora dal termine della finale. Affronto verso la società, come a dire “questi sono i miei giocatori, ci credo che col Real non vinciamo…”. Assurdo. Falsità. Ingiustizia. Allegri ha sempre saputo gestire al meglio i suoi uomini, tirando fuori il meglio da uno di loro. E in Lemina ci ha creduto, sempre. Dandogli fiducia appena lo ha visto in condizioni ottimali, facendogli provare più ruoli proprio per via della stima che nutre nei suoi confronti.
Ma ripetiamo: se qualche internettologo si diverte nell’etichettare in maniera negativa un calciatore della Juventus, è evidente che si sta fermando alle apparenze. Lemina è ancora giovane, con tutta una carriera davanti, con una buona esperienza internazionale e già con qualche squadra di livello (Arsenal, Valencia e Schalke 04) pronta a fargli la corte.
Conclusione? In Mario we trust!