C’è una cosa che, di gran lunga, fa più male della sconfitta contro il Real. Della Coppa persa. Infatti, mentre a Cardiff si viveva un incubo sportivo, a Torino si consumava una vera e propria tragedia umana. Ed è questo che più di tutto il resto deve far riflettere. Più di 1500 feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi. Un bambino, di appena 7 anni, in pericolo di vita. E’ questo il bilancio di una serata assurda. Di una notte da dimenticare.
DA CHIARIRE LA DINAMICA DEI FATTI
Come riportato da “Il Post”, non è ancora chiara l’esatta dinamica dei fatti: molte persone presenti hanno raccontato di aver sentito una o più esplosioni sul lato destro della piazza, altre ancora di aver sentito urlare “bomba” e di non avere avvertito nessuna esplosione, altre, infine, hanno parlato del cedimento delle ringhiere che proteggono i sottopassaggi verso il parcheggio sotterraneo, che avrebbe provocato un boato simile a quello di un’esplosione. Intanto, le indagini proseguono e i video da analizzare, attentamente, sono centinaia.
Si è parlato, nella giornata di ieri, dell’interrogatorio che avrebbe coinvolto due ragazzi, i quali addirittura avrebbero fatto parziali ammissioni di colpa, sostenendo di aver compiuto una “bravata”. Tuttavia, a tal proposito, come confermato anche da “La Stampa”, è arrivata la smentita della procura. Restano comunque da chiarire le responsabilità relative al comune di Torino. Riguardanti soprattutto il divieto della vendita di bevande in vetro. Moltissimi feriti hanno infatti riportato lesioni per colpa dei vetri rotti nella calca.
LA RISPOSTA AD ALBERTO AIROLA E AI “NUMERI FARLOCCHI”
A rendere ancor più surreale la situazione, come se non bastasse l’incubo, la paura vissuta da decine di migliaia di persone è chi della tragedia di Piazza San Carlo ne fa una questione politica. Infatti, nella notte tra sabato e domenica il senatore piemontese del Movimento Cinque Stelle Alberto Airola ha scritto su Facebook un post, successivamente rimosso, in cui parlava di «presunti feriti», di numeri «farlocchi» e in cui accusava giornali e tv di dare cifre generiche ma molto alte e dunque di «voler infangare il buon nome dell’amministratore», cioè di Chiara Appendino, sindaca del M5S.
Nonostante le distanze prese dalla sindaca Appendino e le scuse fatte pervenire dal senatore Airola, resta l’amarezza e la delusione per un intervento che di “umano” ha ben poco. Perché dinanzi a certe tragedie a prevalere sulla becera politica dovrebbe essere la dignità, il decoro, la decenza umana. Ecco la risposta ad Alberto Airola, di Felice Lanzaro, vicedirettore di SpazioJ, presente sabato sera a Torino in Piazza San Carlo.
“HO VISTO LA SOFFERENZA, IL DOLORE, IL SANGUE…”
“Airola, non la conosco come politico e non nutro pregiudizi né contro di lei né contro Chiara Appendino. Sono un giornalista, ero a Piazza San Carlo e ho documentato la tragedia sfiorata.
Una tragedia che l’inefficienza dell’organizzazione del Comune ha rischiato di trasformare in strage.
Lei non era lì e, mi creda, è davvero fortunato. Abbiamo tutti toccato il viso della morte. Sono stati momenti di panico puro e, in questa sede, evito di dilungarmi su responsabilità e fatti: lo abbiamo fatto in questi giorni.
I feriti sono 1500, se non di più. Ero lì e ho visto la sofferenza, il dolore, il sangue. Le gambe squartate da vetro che in Piazza non doveva entrare. (Perché non emettere una ordinanza per vietarne la vendita dal pomeriggio?). Ho sentito le urla disperate di chi non trovava persone care. Ho temuto io stesso per la vita e per quella di chi era con me.
Lei non può capire. E per questo lei non può permettersi di lanciarsi in ipotesi infondate. Dovrebbe chiedere scusa a ogni singolo presente. E non basterebbe. Le auguro un buon proseguimento di carriera politica e mi auguro che quanto accaduto le lasci un insegnamento”.
Luca Piedepalumbo