Doveva essere una serata da sogno, cioè quello di rialzare quella coppa 21 anni dopo l’ultima volta. Un sogno che in 45 minuti si è trasformato in un incubo per i tifosi bianconeri. Una squadra impalpabile, senza grinta e senza idee. Un crollo, inaspettato francamente dopo l’ottimo primo tempo, che ha coinvolto anche la solitamente granitica difesa bianconera.
Sfortuna fino ad un certo punto
Eppure il primo tempo aveva dato tutta un’altra impressione. Il Real faticava enormemente a trovare spunti in fase offensiva, tanto che l’unico tiro in porta è stato quello di Ronaldo in occasione dell’ 1-0. Dopo il pari di Mandžukić, la fine del primo tempo sembrava quasi propedeutica per raccogliere le forze per tentare di vincere la coppa. Invece, scomodando un antico detto, la squadra è passata dalle stelle alle stalle. La difesa sembrava irriconoscibile, con la BBC mai apparsa così in difficoltà quest’anno. Sicuramente parte del merito va a Zidane: decisiva la scelta di allargare il gioco sui talentuosi esterni e costringere la Juve a lasciare spazi ampi.
Sfortunata la deviazione sul gol di Casemiro, così come quella sul primo timbro di Ronaldo. Sfortuna sì, ma fino a un certo punto. Nel secondo tempo, infatti, la corsia di destra è diventata una valle di lacrime: Barzagli e Bonucci si sono fatti spesso cogliere in ritardo da Benzema e Isco, allargati a turno su quella fascia. Poca anche la disponibilità di sacrificio in arretramento degli esterni alti, l’autentico “must” della solidità bianconera.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum
Se nei primi due centri subiti c’è di mezzo la mala sorte, nei successivi due la confusione tattica regna sovrana. Male Mandžukić in occasione del terzo gol: il croato si addormenta, lasciandosi anticipare da Modric, autore dell’assist decisivo. Grandi sono le responsabilità della coppia Bonucci-Chiellini nell’occasione. Il difensore viterbese, in particolare, è a metà strada quando Ronaldo si infila tra lui e Chiellini. Lo stesso Chiellini che si trovava in una posizione ibrida, inutile per ogni fine. Poco da aggiungere sulla sentenza del 4-1: lo svenimento di Lemina su Marcelo si commenta da solo. Ciò che stupisce è il fatto di avere subito tre gol “con lo stampino”. L’azione è sempre la stessa: pallone allargato sugli esterni, palla in mezzo e conclusione di prima. Risultato? Il Blocco Juve esce da questa finale con le ossa rotte, come tutto il resto della squadra d’altra parte. Che questa sia la fine di un ciclo è presto per dirlo. La voglia della dirigenza di creare un gruppo in grado di riconfermarsi c’è e le ultime novità di mercato lo confermano. Sicuramente, però, le immagini del secondo tempo del Millenium Stadium caratterizzeranno gli incubi dei tifosi bianconeri per molto tempo.