Non poteva non parlare lui. È la partita dell’anno per la Juve e poi lui, con la Champions League, ha un conto in sospeso. È un sogno e un ossessione, un obiettivo più volte meritato, ma sempre sfuggito. Spesso sul più bello. Stavolta non deve essere così. E sentiamo insieme Buffon in conferenza. Le parole in questo momento non bastano, non servono, ma possono rivelarsi molto utili a capire il momento e caricare un ambiente che non vede l’ora di vivere le emozioni di domani…
L’affetto della gente ci fa piacere e ci sarà anche di aiuto soprattutto nei momenti peggiori. Contiamo si a di grande importanza la spinta per resistere al Real, soprattutto quando la pressione dei blancos potrebbe farsi più forte e difficile da sostenere.
Alzare la coppa mi provocherebbe gioia immensa. Perché alla fine quando arrivi a questo punto sai perché ci sei arrivato e quello che ci hai dovuto mettere. E non c’è niente di più bello nella vita di ottenere un riconoscimento dopo averlo desiderato e aver combattuto per esso. Ed è un onore anche condividerlo con tanti compagni che hanno lottato con me e spesso più di me.
È un modello per tutti, per gli atleti e chi si avvicina allo sport in generale. Devo dire che a 39 anni pensavo di non avere più niente da imparare, pensi che il calcio ti abbia già insegnato tutto. Ma quest’anno devo dire che parlando con Dani tante volte ho imparato un sacco. E mi ha fatto piacere, oltre a farmi capire perché campioni come lui, Ronaldo e Messi non perdono mai. Però serve anche l’umiltà di mettersi sempre in gioco.
La viglia è sempre la stessa. Hai un po’ di timore, studi gli avversari, ma il segreto è avere la consapevolezza di potercela fare.
Avevo già detto anche a lui di insegnarmi a vincere la Champions e lui mi aveva detto che me l’avrebbe mostrato. E lui per me è stata una grande rivelazione. Non come calciatore, che conoscevamo tutti, ma per ciò che non si vede, come uomo. Penso poi questa sia la cosa più importante. Domani speriamo di completare l’opera, anche se giochiamo contro chi è abituato a vincere le finali, mentre noi siamo abituati a perderle (ride, ndr). Gli estremi si toccano e speriamo di cambiare la storia.
Mi fa piacere il confronto, ma siamo diversi. Lui probabilmente può decidere di più, semplicemente per ruolo. Il fatto che se ne parli comunque non intacca il mio equilibrio. Il Pallone d’Oro sarebbe una gratificazione, ma per ora non mi sfiora nemmeno il pensiero. La cosa importante è vincere domani.
Qui il confronto è già più congruo e meno impari. Navas innanzitutto ha vinto più Coppe Campioni di me e in questi anni sta facendo cose straordinarie e si è confermato la Real Madrid. Perché giocare una stagione benino con i blancos ci può stare, ma confermarsi capita a pochi.
La notte non ho problemi di insonnia. I pomeriggi prima, invece, non sempre riesco a prendere sonno.
Non so se sia per pioggia o questioni di sicurezza, ma ho già giocato con il tetto chiuso e devo dire che non c’è alcuna differenza. Se tutto questo serve a preservare il terreno di gioco e lo spettacolo va bene così.
Le emozioni che posso provare io sicuramente saranno diverse da quelle di tanti ragazzi che sono più giovani o chi, come Dani, ha già vinto questa competizione e ha ancora davanti 4 o 5 anni di calcio. Io questo tipo di possibilità la escludo, quindi per me sarà una partita molto più speciale e intendo affrontarla e giocarla senza avere alcun tipo di rimpianto. Questo è il mio imperativo per questa gara e spero di poterci riuscire perché siamo una squadra e un gruppo veramente compatto e fondato sull’altruismo. Quindi so che una mia buona o ottima prestazione potrebbe aiutare la squadra e questo sarebbe il regalo più grande che potrei fare ai miei compagni.
Per restare sereni serve un gioco di equilibrio che ognuno di noi si induce. Nel momento in cui vedi che l’ansia prende il sopravvento, per cercare di equilibrare queste emozioni, sul piatto provi a mettere ciò che sei e quello che sai fare. Questo fa sì che l’ansia diminuisca e tu ti rassereni. Questo è il mio modo per affrontare queste gare.
Sognarmi Ronaldo e Benzema? No, non li ho sognati. Ma poi dovrei sognarne tanti del Real Madrid, perché tutti possono farci male. Forse una notte non basterebbe.
Il suo pedigree è quello che aveva da giocatore: di un vincente. Quindi non mi sorprende trovarlo lì a fare queste cose. Ma nella vita non si può sempre vincere e io ovviamente mi auguro che perda domani, anche perché una sconfitta non offuscherebbe la sua storia da vincente come giocatore prima e allenatore poi.
BUFFON
Il calcio è una metafora della vita e nel calcio, come nella vita, non c’è niente di più mortificante della noia. Se si pensa al Pallone d’Oro naturalmente la testa va a Messi e Ronaldo, che sono i migliori. Poi chiaro se si valuta anche quanti trofei si vincono e il tipo di apporto il discorso cambia. Io sono molto contento dell’appoggio di tanti per questo trofeo, ma credo che molti si immedesimino nella mia storia e pensino che questa sia davvero una delle ultime possibilità. E molti pensano che sarebbe un finale quasi perfetto, e alla gente piace emozionarsi e piacciono le favole.
This post was last modified on 2 Giugno 2017 - 20:24