Tredici anni senza Umberto Agnelli: la Juventus commemora il Dottore

Per lui, nato l’1 novembre, la Juventus non poteva non essere impressa nel cuore. Per Umberto Agnelli la Signora era tutt’altro che una semplice squadra da calcio. Era uno specchio sulla quale riflettere la propria effige, il proprio portamento. Non è un caso se la Juve oggi si differenzia in Italia e nel mondo per il proprio stile e la propria eleganza. Tutto ciò fu ereditato un tempo dalla famiglia più prestigiosa d’Italia: Edoardo in primis, poi Giovanni e Umberto. Adesso l’eredità è passata in mano ad Andrea, figlio del dottore e e nipote dell’avvocato: anche lui, così come il padre e lo zio, ha saputo mantenere alti i colori bianconeri, portando Madama a vincere sei scudetti consecutivi dopo gli anni bui.

13 ANNI SENZA UMBERTO AGNELLI

Tredici volte la Terra ha compiuto il proprio giro intorno al Sole da quando Umberto ci ha lasciati. Il 27 novembre 2004 si spense in seguito ad un carcinoma polmonare che gli complicò gli ultimi anni di vita.

Rilevò la guida della Juventus giovanissimo: era il 1955 ed aveva solamente 21 anni. In sette anni, fino al 1962, la Juventus vinse due scudetti. Ma se questo mandato può esser considerato ordinario, lo stesso non si potrebbe dire per il secondo. Nel 1994 assunse nuovamente la presidenza bianconera, portando la Juventus alla “doppietta” Scudetto-Coppa Italia del 1995 e, soprattutto, la Champions League del 1996. Oggi la Juventus andrà a Bologna e giocherà per vincere soprattutto per il carissimo Umberto. Lo stesso potremmo dire, ancor con più convinzione, per Cardiff. Lo spera Andrea Agnelli, onorato di poter essere il degno successore del padre, ultimo presidente a vincere quel trofeo. Al momento, però, il pensiero va a ciò che i bianconeri hanno già messo in bacheca. “E allora la terza doppietta consecutiva, la Coppa Italia e lo Scudetto della Leggenda sono idealmente dedicati a lui, perché il ricordo del Dottore è più vivo che mai.” Questa il messaggio della Juventus, con l’auspicio che la dedica più bella debba ancora arrivare.

Ciao Umberto.

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