Il sesto scudetto consecutivo ha decretato contestualmente il terzo doblete di fila sancendo l’ennesimo record di una Juventus che, in questo longevo ciclo che non sembra destinato a fermarsi, ha abbattuto qualsiasi barriera della normalità calcistica. La normalità, però, non si trascende con una squadra ordinaria, ma con un melting pot di professionisti che mettono il proprio sconfinato talento al servizio della causa bianconera.
Eppure, a onor del vero, il progetto messo in campo dalla società bianconera ha faticato a carburare, la società inizialmente non era ancora adatta a porsi come oggetto del desiderio dei grandi d’Europa e spesso si virava sui rimpiazzi, che poi diventavano veri e proprio fallimenti di mercato. Si pensi a Elia, Krasic, Anelka, Bendtner, Pazienza, Lucio.
All’interno di questa confusione, però, un barlume di luce in fondo al tunnel rischiarava il cammino per la rinascita della Juventus: l’acquisto di Leonardo Bonucci, passato da flop a ‘’cattedratico della difesa’’ nel giro di poche stagioni, di Andrea Barzagli, insormontabile roccia difensiva pagato la miseria di 500000 euro, il parametro zero Pirlo, primo vero capolavoro del Ds juventino e l’arrivo di Lichsteiner dalla Lazio sono state le basi su cui poi Antonio Conte ha potuto ricostruire il radioso futuro della squadra.
Ecco dunque l’acquisto di Dybala, su cui più di tutti attualmente poggia la speranza per il futuro della squadra, di Rugani, Pjanic, Alex Sandro, Pjaca, Lemina, Sturaro, Bentancur, Mandragora, Orsolini e Kean. Giovani talentuosi e volenterosi, precursori di una strategia mirata di crescita cui la società vuole affiancare, nel corso della prossima finestra di mercato, altri ragazzi, altrettanto giovani e forse addirittura più forti. Uno per reparto, per rafforzare la rosa e dare finalmente una tregua ai senatori che si avvicinano ad un’età non più adattissima a sostenere il peso di 40 partite (minimo) all’anno.
Parliamo, infine, di Corentin Tolisso, centrocampista del Lione e avversario proprio della Juventus nell’ultima Champions League. Lui è un ’94, molto tecnico, ma con ottima attitudine difensiva. Vede bene la porta e sarebbe un sostituto importante di quel Pogba che lo scorso anno ha inevitabilmente lasciato un vuoto all’interno della rosa di Allegri. L’operazione giovani della Juventus è attualmente nella fase di maggior sviluppo, la paura di far finire il glorioso ciclo dopo il tramonto dei senatori è forte e spinge inevitabilmente a correre ai ripari.
Per “erigere un monumentum in aere perennium” sarà necessario che il progetto senza tempo si rinnovi ciclicamente e, in secondo luogo, un allenatore che sappia gestire le giovani risorse senza bruciarle così come Allegri ha fatto perfettamente negli ultimi tre anni e, si spera, continuerà a fare per ancora molto tempo.
Vincenzo Marotta