Il sesto scudetto consecutivo ha decretato contestualmente il terzo doblete di fila sancendo l’ennesimo record di una Juventus che, in questo longevo ciclo che non sembra destinato a fermarsi, ha abbattuto qualsiasi barriera della normalità calcistica. La normalità, però, non si trascende con una squadra ordinaria, ma con un melting pot di professionisti che mettono il proprio sconfinato talento al servizio della causa bianconera.
UN PROGETTO SENZA TEMPO
E proprio sulla base di questa regola aurea del successo che la premiata ditta Marotta-Paratici si è mossa in questi anni per poter portare a Torino i più interessanti talenti della scena internazionale. I successi del calciomercato e l’investimento in giovani da far crescere nel settore giovanile hanno costituito il meccanismo propulsore di un progetto senza tempo, destinato a rendere sempre più grande la società di Corso Galileo Ferraris.
Eppure, a onor del vero, il progetto messo in campo dalla società bianconera ha faticato a carburare, la società inizialmente non era ancora adatta a porsi come oggetto del desiderio dei grandi d’Europa e spesso si virava sui rimpiazzi, che poi diventavano veri e proprio fallimenti di mercato. Si pensi a Elia, Krasic, Anelka, Bendtner, Pazienza, Lucio.
MIRACOLI DI CALCIOMERCATO
All’interno di questa confusione, però, un barlume di luce in fondo al tunnel rischiarava il cammino per la rinascita della Juventus: l’acquisto di Leonardo Bonucci, passato da flop a ‘’cattedratico della difesa’’ nel giro di poche stagioni, di Andrea Barzagli, insormontabile roccia difensiva pagato la miseria di 500000 euro, il parametro zero Pirlo, primo vero capolavoro del Ds juventino e l’arrivo di Lichsteiner dalla Lazio sono state le basi su cui poi Antonio Conte ha potuto ricostruire il radioso futuro della squadra.
Poco a poco i successi accrescevano l’appeal internazionale della squadra e le strategie di mercato iniziavano a essere mirate all’acquisizione di cartellini giovani, con ampi margini di miglioramento. Dopo il capolavoro, in termini di parametri zero, di Pirlo, c’è stato Pogba, testimone del merito della società di scovare talenti sconosciuti e farli diventare top player. All’epoca i parametri zero erano la testimonianza della necessità di dover coniugare necessità e virtù, della necessità di dover costruire una squadra vincente con pochi euro.
SENZA PIÙ LIMITI!
Il resto è storia recente: la Juventus, costruendo tassello dopo tassello il proprio percorso è arrivata sulle massime vette del calcio europeo divenendo una potenza calcistica, e commerciale, in grado di potersi permettere l’acquisto di campioni come Higuaìn a prezzi esorbitanti, senza mai distogliere lo sguardo dai piccoli talenti, non avendo più, però, il vincolo di un inesistente fondo cassa.
Ecco dunque l’acquisto di Dybala, su cui più di tutti attualmente poggia la speranza per il futuro della squadra, di Rugani, Pjanic, Alex Sandro, Pjaca, Lemina, Sturaro, Bentancur, Mandragora, Orsolini e Kean. Giovani talentuosi e volenterosi, precursori di una strategia mirata di crescita cui la società vuole affiancare, nel corso della prossima finestra di mercato, altri ragazzi, altrettanto giovani e forse addirittura più forti. Uno per reparto, per rafforzare la rosa e dare finalmente una tregua ai senatori che si avvicinano ad un’età non più adattissima a sostenere il peso di 40 partite (minimo) all’anno.
LUNGIMIRANZA
Parliamo di Caldara, eroe dell’Atalanta dei sogni, già sotto contratto con la Juventus, ma che verrà integrato nella rosa solo a partire dal 2018. Parliamo di Patrick Schick, numero 14 della Sampdoria, giocatore più giovane a raggiungere la doppia cifra (in termini di gol) nel campionato italiano, già contattato dal connazionale Nedved che lo ha seriamente indirizzato verso la casacca bianconera. Il giocatore, qualora dovesse firmare con i campioni d’Italia, resterebbe un altro anno a Genova, per poter ulteriormente crescere ed arrivare pronto alla sfida sui grandi palcoscenici europei.
Parliamo, infine, di Corentin Tolisso, centrocampista del Lione e avversario proprio della Juventus nell’ultima Champions League. Lui è un ’94, molto tecnico, ma con ottima attitudine difensiva. Vede bene la porta e sarebbe un sostituto importante di quel Pogba che lo scorso anno ha inevitabilmente lasciato un vuoto all’interno della rosa di Allegri. L’operazione giovani della Juventus è attualmente nella fase di maggior sviluppo, la paura di far finire il glorioso ciclo dopo il tramonto dei senatori è forte e spinge inevitabilmente a correre ai ripari.
Per “erigere un monumentum in aere perennium” sarà necessario che il progetto senza tempo si rinnovi ciclicamente e, in secondo luogo, un allenatore che sappia gestire le giovani risorse senza bruciarle così come Allegri ha fatto perfettamente negli ultimi tre anni e, si spera, continuerà a fare per ancora molto tempo.
Vincenzo Marotta